Magazine Diario personale

Coda di Cavallo

Da Gloutchov
Coda di CavalloE' inutile che mi guardi così, con occhi strafottenti. Cammini come una valchiria. Mi vieni incontro, con le cuffiette rigorosamente bianche che ondeggiano sulla scollatura esagerata. Cammini con falcate lunghissime, un piede avanti all'altro per far ondeggiare meglio il bacino. Ma il viso è furioso. I tuoi occhi a fessura mi squadrano come fossi un maniaco sessuale. Sono contornati di viola... ma dico, viola... proprio come la tua magliettina, che oltre alla già citata scollatura, mostra pure l'ombelico con annesso piercing. Tu cammini. La mini aderente segue le tue cosce perfette a ogni passo. Cammini e mi squadri. Ti leggo il pensiero mentre passi oltre. Io non mi volto a guardarti da dietro. Forse te lo aspetti. Non vedi l'ora di avere la conferma che noi maschi siamo tutti dei maiali, che pensiamo solo a quello. Ma io non mi volto. Perché è vero che ti fissavo, mentre camminavi verso di me. Forse ho pure rallentato il passo. Forse ho anche socchiuso la bocca nell'osservarti. Non voglio assolutamente denigrare la tua bellezza, il tuo fascino, e tutte le ore di palestra che fai per mantenerti così in forma. Però... vedi... Con quella luce così perfetta, alle sette e mezza di sera, il sole basso che si infiltra sotto i portici con lame di luce che paiono laser... il tuo viso di un ovale perfetto sembrava contornato da un'aura filamentosa, un'onda del mare in burrasca, un batuffolo di petali ambrati che danzavano al ritmo delle tue falcate eleganti. Erano i tuoi capelli, legati a coda di cavallo, agitati al vento dal tuo camminare arrabbiato, tagliati delicatamente dalla luce del tramonto filtrata clandestinamente dai muri rossi del portico... ahhh, quanto mi piacciono le code di cavallo.

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