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Cogne: l’eroina complice innocente: Anna Maria Franzoni

Creato il 15 agosto 2011 da Yellowflate @yellowflate

Cogne: l’eroina complice innocente: Anna Maria Franzoni“La faccenda non è andata proprio come dice Lei è più complicata, fare polemiche in questo momento non serve. Annamaria poteva cavarsela accettando di sottoporsi alla perizia psichiatrica, non ha voluto ha sempre detto che preferisce il carcere all’accusa di aver ucciso Samuele.

A Davide e Gioele penseremo noi. Nella vita bisogna avere uno scopo, il nostro ora è quello di ricreare per loro una vita il più possibile normale, hanno un padre, noi come nonni non siamo decrepiti, vivremo per loro e vicino a loro.

Cordialmente.

Mario Lorenzi”  suocero di Anna Franzoni

Occorrerebbe una nuova forte campagna mediatica che accenda il sopito  interesse soffocato nelle maglie del senso comune al fine di riproporre una revisione del processo per ridare dignità  e giustizia a colei che si è immolata per amore.

Il mio articolo nasce  per le parole della Franzoni ad una domanda di Emilio Fede.  

Cogne: l’eroina complice innocente.

Le premesse.

La risposta che la Franzoni ha dato a Bruno Vespa a porta a porta su cosa chiederebbe all’assassino di suo figlio è molto inquietante.Lei non vuole sapere chi ha ucciso suo figlio Samuele, ma chi c’era dietro quella mente alterata di coscienza.Chi è il vero mandante dell’efferato delitto. Quali motivazioni hanno potuto armare la mano che ha inferta una così crudele morte.

Lei pur sapendo come si sono svolti i fatti è sincera quando afferma di essere innocente, è sincera quando dice di essere sana di mente ed è sincera nel suo grande dolore di mamma.Non lo è invece in tutto quanto non si configura con la sua proclamazione di innocenza. E sono nate tante versioni, tanti indizi, tante armi del delitto, tante modalità, tanti orari, tanti sospetti, tanti indagati, e una sola possibile motivazione: il momento di follia.

Fiumi di interrogatori, sopraluoghi, sequestri, perquisizioni, filmati, foto, analisi,  tesi di accusa, e di difesa in migliaia di atti processuali.Se si aggiunge la campagna mediatica, giornalistica e televisiva il risultato a pochi giorni della sentenza è come un tzunami che avanza inarrestabile travolgendo coscienze su coscienze e come sempre spaccando  in due l’opinione pubblica.

Ma come stanno veramente i fatti?

Io, Michelangelo, novello don Chisciotte ho la presunzione di poter dire la mia versione che, come sempre, non cambierà nulla, non sarò creduto ma  non mi esime dall’affermare che la sentenza, purtroppo, legalizzerà o la condanna di una innocente o l’assoluzione di una reticente.La signora Franzoni sarà l’eroina di Cogne, e cercherò di dimostrarl. 

Ciò che è da prendere in considerazione:

  • che l’autopsia non  può stabilire con certezza l’orario dell’aggressione;
  • che potrebbe essere avvenuto anche mezz’ora prima;
  • che il fratello Davide poteva essere anche in casa;
  • che i colpi  potevano essere stati dati con poca violenza, tantè che Samuele era ancora in vita quando arrivarono i soccorritori, ma furono tanti da portarlo alla morte;
  • che se i colpi fossero stati inferti da un adulto avrebbero provocato subito il decesso, tanto più con la forza aggiunta dallo stato di follia o di premeditazione;
  •  che l’arma potesse essere uno scarpone o un mestolo e comunque valida per rompere il cranio di un bimbo di tre anni anche se i colpi fossero stati inferti senza forza ma nello stesso posto;
  • che l’arma si trovasse in casa e fosse a portata di mano e poi fatta sparire o lavata accuratamente e rimessa a posto;
  • che non era stata una notte tranquilla e che essendo intervenuta la guardia medica per un malore della madre, abbia, per il trambusto provocato, disturbato il bambino rendendolo irrequieto e piangente, tanto da essere stato portato nel letto grande.

  Ciò che è improbabile:

  • che l’assassino potesse venire dall’esterno, far combaciare tutti i tempi, uccidere e poi sparire nel nulla;
  • che la madre possa aver premeditato l’omicidio studiandolo e programmandolo fin nei più piccoli dettagli, per poi eseguirlo con lucidità e diabolica freddezza;
  • che la madre presa da un raptus di follia possa aver commesso il delitto e subito rimossolo  dalla mente, anziché  perdere la  ragione per lo sgomento, lo scempio , il sangue, il dolore, la disperazione, ritrovasse  la  calma e  la razionalità da far sparire ogni prova ed  organizzare una così ferrea difesa;
  • che la madre dopo il delitto commesso in un momento di follia fosse rimasta a lungo in quello stato alterato di coscienza che gli avrebbe permesso di organizzare con freddezza la sua difesa, per poi rinsavire e telefonare al pronto soccorso con vera disperazione;
  • che la madre avesse potuto, dopo il delitto, fare tutto da sola;
  • che il vezzo di chiamare il figlio testone o nanetto abbia attinenza al Gesto, quanta invece ne ha l’espressione spontanea  della madre al telefono  nel dire che al figlio gli  è scoppiata la testa riferendoci a ciò cha ha visto e non ha ciò che ha fatto;

A mio avviso impossibile  che sia la madre l’autrice del delitto.

Ciò che è probabile:

  • che dopo la scoperta del delitto fossero stati chiamati i familiari o sentiti per telefono;
  • che il padre della Signora Franzoni, con la sua forte personalità ed il suo carisma avesse suggerito e messo in atto un piano perfetto che scagionasse il vero colpevole ma che non potesse essere accusata la figlia;
  • che questa linea di difesa fosse  stata attuata immediatamente o dopo;
  • che la madre fosse al corrente del rischio di poter essere accusata del delitto e che fosse fermamente decisa a subirne le conseguenze;
  • che a colpire Samuele possa essere  stato il fratello Davide;
  • che non ci fosse stata  alcuna intenzione di uccidere, ma di punire, di dare una lezione;
  • che i colpi fossero stati inferti a mo’ di sculacciate per aver disturbato e pianto tutta la notte;
  • che per la rabbia di non aver potuto dormire la gestualità del colpire e le grida del bambino gli avessero provocato uno stato alterato di coscienza da non poter più fermare la sua mano;
  • che  vi fossero altre e più profonde motivazione per punire Samuele;
  • che Davide, anch’esso bambino nutrisse una forte gelosia verso il fratello, e che ritenesse che le attenzione e l’affetto della mamma fossero  solo per Samuele e non per lui che magari si riteneva spesso rimproverato senza motivo;
  • che Davide esasperato per la notte insonne avesse  voluto dare una lezione al fratello;
  • che prima di colpirlo l’avesse  potuto coprire  con una copertina per non farsi riconoscere;
  • cha sorpreso durante o dopo il gesto dalla madre fosse stato portato fuori dalla stanza e che forse non avesse potuto vedere il sangue;
  • che magari avesse potuto rimuovere il gesto dalla mente o convinto solo di aver dato una lezione al fratellino si lasciasse vestire ed accompagnare al pullman per andare a scuola e magari dopo aver giurato alla mamma che insisteva, di dimenticare quello che era successo e di non dire a nessuno quello che aveva visto o fatto;
  • che tutti i familiari sanno la verità;
  • che lo sapesse anche l’avvocato Taormina, il prete della parrocchia e molti moltissimi compaesani  che ne comprendono il sacrificio e ne giustificano e apprezzano il gesto;

Ciò che ci si chiede

  • E’ stato mai riportato Davide a casa sua?
  • Come mai fu interrogato dopo alcuni giorni dal delitto?
  • Come mai non fu interrogato subito, a caldo, da esperti psicologi, psichiatrici e psicanalisti nei loro studi con le loro tecniche e nel crisma della ufficialità?
  • Che cosa c’era da temere se fosse risultato innocente?
  • E’ stata fatta una inchiesta su quanti bambini gelosi dei loro fratellini li picchiano, li buttano a terra o …. chi sa che altro?
  • Come mai molte mamme hanno portato i loro figli a casa della Franzoni se non fossero sicuri al cento per cento della sua innocenza?
  • Come mai i familiari non hanno mai avuto il minimo dubbio della innocenza di Anna, nemmeno un ombra di sospetto al punto di non temere di lasciarla sola con i figli?
  • Come mai il marito è così convinto dalla innocenza della moglie da  fare un altro figlio?
  • Il  più remoto sospetto ( perché lui non era in casa  ) l’avrebbe fatto desistere da assecondare la volontà della moglie.
  • Come mai oltre alla perizia psichiatrica non è stata mai chiesta, anche solo come  proposta, un seduta psicanalitica con induzione allo stato di ipnosi al fine di ricondurre sia la madre che il figlio in regressione al momento del delitto?

Anche se questo credo che non sia probante in Italia e nemmeno legale

E se il gesto si dovesse ripetere?

Ciò che penso;

  • che la signora Franzoni è innocente.
  • che sta sacrificando la sua vita per difendere la futura esistenza del figlio.
  • che sta offrendo la sua libertà per quella di Daniele.
  •    che io giustifico il suo eroico sacrificio perché “sta scalando una montagna coi denti”
  •    per dire al mondo quanto è grande l’amore di una mamma.
  • che ai Giudici spetta il grande dilemma e la grande responsabilità: o la legge della Giustizia o quella della misericordia.
  •    che delitto o non delitto:

    che l’uomo rifletta!

   Ma nel dubbio non si può applicare la LEGGE che non ammette il dubbio.

Michelangelo Blanco

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