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Coloranti e bibite carcinogene: attenti a cosa beviamo!

Creato il 05 settembre 2011 da Scienziatodelcibo @scienziatodelci

colorante,glassa,dolci,bibite,coca,cola,aranciata,bevande,gassate,snack,bambini,cancerogeni,metilimidazolo,iarc,efsaNon confondiamo il caramello con il colorante caramello! Avete mai visto cuocere lo zucchero in padella con un pochino d’acqua?  E’ una preparazione casalinga tramite la quale si cuoce lo zucchero a circa 160-180°C max, mescolando in continuazione, così facendo si ha la cosiddetta “caramellizzazione degli zuccheri con formazione di composti aromatici che conferiscono il tipico colore marrone.  In pratica una sorta di glassa utilizzata anche  in pasticceria per farcire dolci, mandorle, budini ecc. ai quali conferisce una crosta croccante e ambrata. Il caramello si utilizza nell’industria dolciaria e delle bibite come colorante, ma la sua preparazione non è proprio quella casalinga! I coloranti caramello sono una miscela complessa di composti prodotti da carboidrati per riscaldamento ed in condizioni di trattamento chimico controllato. Sono suddivisi in quattro classi in base ai reagenti chimici utilizzati per la produzione. Il caramello lo possiamo ritrovare in molte bibite, dalle cole al chinotto, ma anche nelle caramelle, in alcuni aceti balsamici e nella salsa di soia. Insomma in moltissimi alimenti che hanno bisogno di un’iniezione di colore marrone scuro. Uno dei quattro, il caramello solfito-ammoniacale, in codice E150 d, secondo uno studio appena (esguito dallo IARC) uscito sul numero di aprile del Lancet Oncology, è un possibile cancerogeno presente nei caramelli di classe III e IV, ampiamente utilizzati, in particolare nelle bibite. Ne avevo già accennato in un articolo sulla coca cola (qui). Il 4-methylimidazole, sostanza utilizzata durante il processo di produzione, ha causato l’aumento dell’incidenza dei carcinomi degli alveoli e dei bronchi nei topi maschi e femmina, e della leucemia nei topi femmina.

La prima ricerca che ha evidenziato la pericolosità del 4-MEI risale al 2007 e fu condotta dal National toxicology program (Ntp) degli Stati Uniti, autorevole agenzia di ricerca governativa. In seguito ai dati emersi dallo studio, lo stato della California inserì la sostanza, presente nei caramelli a base di ammoniaca, in una lista nera ufficiale elaborata dall’agenzia della salute Oehha (source).

L’industria alimentare fa uso di altri due coloranti, il caramello semplice E150 a (classe I) e quello solfito-caustico E150 b (classe II). Quest’anno l’EFSA ha revisionato tutti gli studi di tossicità sul caramello (quello preparato industrialmente come ingrediente e colorante), stabilendo per la prima volta una dose giornaliera accettabile (Dga) di gruppo (applicabile cioè a tutti e quattro i tipi di coloranti utilizzati dall’industria alimentare), pari a 0,3 g per Kg di peso corporeo al giorno. (source).

Catherine Leclercq, responsabile del programma di sorveglianza del rischio alimentare dell’Inran  (Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti) e tra i partecipanti alla valutazione dello Iarc, afferma che dalle indagini svolte sui prodotti in commercio utilizzate dall’Efsa, emerge che tutta una serie di prodotti largamente consumati dai bambini, come bibite gassate, gelati, prodotti da forno, dessert, possono contenere 5 g di questo colorante per kg di prodotto. Ci vuol poco, dunque, a superare la dose giornaliera ammissibile e questo vale a maggior ragione per i più piccoli che hanno un peso corporeo inferiore. Per il caramello E150d  questa dose si raggiunge ad esempio con il consumo quotidiano di una lattina di bibita (1.5 g di caramello in 330 ml) e 10 g di caramelle (3 g di caramello). E’ chiaro che un eventuale rischio per la salute è legato a un uso regolare e non saltuario di alimenti che contengono queste sostanze. L’EFSA difatti chiede all’industria di ridurlo al minimo tecnologicamente possibile, considerando che adulti e bambini che fanno ampio consumo di alimenti contenenti questi coloranti possono superare le dosi giornaliere accettabili stabilite per tre dei coloranti in questione (E150 a, E150 c, E150 d), nel caso in cui tali coloranti vengano utilizzati ai massimi livelli riferiti dall’industria  (source).

Qualcuno subito penserà che una coca ogni tanto cosa vuoi che faccia? Ma se sommiamo a tali coloranti l’effetto ulteriormente tossico dell’alto tasso di zuccheri con i quali sono elaborate queste bevande, vedi che forse ci vuole nulla a intossicarsi. Negli Stati Uniti è allarmante il consumo di bevande gassate, tanto che diversi organi governativi di salute pubblica richiedono interventi per limitare il consumo di tali “calorie vuote” che sono causa di obesità e malattie cronico-degenerative.


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