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Cominciamo dalla fine: questo film è stato girato nel 2008 in lingua inglese con attori stranieri da un regista che più italiano non si può, Ivan Zuccon ( che lo ha anche montato e fotografato). Ha trovato addirittura una fugace distribuzione nelle sale italiane nel marzo non del 2008. Del 2012.
Si, 2012.
Noi tutti stiamo qua a lamentarci dello stato comatoso in cui versa il cinema italiano di genere ( e non) e quando abbiamo tra le mani un regista bravo ( perchè Zuccon, è un signor regista, molto meglio di certi suoi acclamatissimi colleghi) ci facciamo sfuggire così le sue opere?
Perchè il buon Ivan, già collaboratore di Avati una vita fa, giusto per rinforzare l'assioma del nemo propheta in patria, è molto più conosciuto all'estero, dove ha anche un certo manipolo di seguaci e gode di una discreta considerazione, piuttosto che da noi, praticamente costretti a fare i salti mortali per procurarci i suoi film.
Anche se forse, almeno per Zuccon , qualcosa sembra che stia cambiando.
Colour from the dark è tratto da uno dei racconti più famosi di Lovecraft, The colour out of space, ne trasferisce l'ambientazione dal New England alla pianura padana nel bel mezzo della Seconda Guerra Mondiale, ottimo espediente per giustificare il numero limitato di attori impiegato. Del resto tutti gli uomini sono partiti per la guerra.
Già dalle prime sequenze siamo calati subito in un'atmosfera carica di elettricità negativa, il Male aleggia sin da subito e Zuccon è bravo a fare di necessità virtù: con un budget ultralimitato ( si parla di 75 mila euro) e un uso intelligente del digitale riesce a fare un prodotto veramente professionale a partire dalla recitazione( Debbie Rochon uber alles ma anche tutti gli altri sono veramente all'altezza, cosa affatto scontata in tanti filmetti horror affetti da cagneria recitativa cronica) per arrivare a tutti gli aspetti tecnici degni di una produzione molto più ricca e blasonata.
Zuccon è veramente bravissimo con la cinepresa, è autore di una fotografia bellissima che riprende magnificamente tutti i cambi di tonalità del racconto, passando dalle tonalità accese e calde della vita a quelle grigiastre del male assoluto che sta contagiando come una malattia infettiva tutto quello che è all'interno della fattoria, umani compresi.
Da notare la contrapposizione continua che c'è nel film tra la religione e il male, tra la fede e il demonio che una volta impossessatosi del corpo di Lucia cerca di distruggere tutti i simboli cattolici a partire da quel crocifisso così maltrattato per arrivare all'incontro/ scontro col prete che tenta di scacciarlo dalla malcapitata..
Sicuramente memore della lezione visiva del Friedkin de L'esorcista, Colour from the dark tuttavia cammina con le proprie gambe , figlio di uno stile e di una visione orrorifica assai personali. Anche se non nega riferimenti ben codificati nell'immaginario horror.
E' un film ambizioso ma non presuntuoso come ad esempio La casa nel vento dei morti, altro esempio di horror padano che però fallisce proprio per il suo voler sembrare qualcosa che non è.
Colour from the dark è un horror assai piacevole che regala la sua bella compilation di spaventi e anche una congrua dose di splatter ( nonostante il budget esiguo).
Quel che stupisce di più in questa produzione nostranissima è il lavoro certosino nella costruzione dell'inquadratura ,una sorta di quadro che presto si dissolverà nel nero assoluto.
Ivan Zuccon ha talento e sarei molto curioso di vederlo all'opera con un budget adeguato.
E' triste vedere uno come lui praticamente ignorato in Italia, sempre più terzo mondo cinematografico.
( VOTO : 7 / 10 )
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