Soprattutto le lettrici, in verità, che sembrano affascinate da un continente ancora “nuovo” e “lontano”. Sì. C’è un revival della farm lit, la "letteratura della fattoria" letteralmente, che arriva dagli Aussie e passa per gli Stati Uniti e la Germania. Ovviamente, si tratta di un genere che tiene conto delle evoluzioni della women fiction degli ultimi anni. E dunque, ecco una nuova produzione letteraria che mescola chick lit e avventura, insieme con un pizzico di Romance.
Le Laboutin e le Manolo Blanhik vengono sostituiti da stivaloni di gomma, i party e i cocktail da mandrie di mucche e le auto sportive da cavalli con cui seguire le mandrie.
Le storie che oggi sono proposte sul mercato riprendono l’idea di giovani donne cittadine che si trovano a cambiare la propria esistenza in maniera radicale, trasferendosi appunto nel bush australiano. Molte le motivazioni: dal classico bisogno di fuga (del sogno, come dicono le romance addicted) a una maggiore attenzione per l’ambiente. Ciò che non si sa, o meglio, che non arriva qui in Italia, riguarda la pletora di cambiamenti climatici che stanno affrontando le praterie australiane, devastate da siccità, incendi o da alluvioni spaventose che hanno radicalmente cambiato gli scenari naturali. Così le protagoniste abbandonano carriera e la letteratura d’evasione può trasformarsi anche in uno strumento di pressione e conoscenza sociale di grandissimo impatto. È un fatto che il chick lit stia cambiando pelle, adattandosi alle nuove esigenze sociali, crisi economica compresa. Protagoniste improbabili vivono le loro avventure in contesti rurali trovandovi il proprio “posto nel mondo”, sia essa la prateria australiana o il deserto polveroso degli Usa. Dalla letteratura dal respiro epico in cui si intrecciavano con storia e passioni familiari, si è passati a romanzi più rapidi, dove attualità e humour si mescolano in un mix inconsueto.Quest’onda lunga arriverà anche in Italia? Difficile dirlo, ma non è da escludere…