Magazine Diario personale
DOVE C’È AMORE C’È CASA
Sia chiaro che il mio condividere questo ormai vecchio spot francese (col ragazzino innamorato del compagno di classe ma pronto a regalare un sorriso di indulgente compassione all’antiquato e poco fantasioso padre che per lui auspica, manco a dirlo, “una ragazza”) non vuole essere un atto contro Barilla. Ma semmai una parziale giustificazione di Barilla. E mi spiego.Lo spettatore italiota medio, quello che da mattina a sera s’imbeve il cervellino di tv (e radio) commercialoidi e si rincitrullisce di spot pubblicitari, è notoriamente (ditemi se sbaglio, o se sbaglio di molto) persona bigotta, ignorante e criptofascista (criptobalilla?). Nel caso sia di sesso maschile, è un machoide belluino affolla-mondo, un bullo omofobo, eroticamente inabile e sentimentalmente avaro, capace di arrivare a guardare con sospetto persino l’invito alla Tenerezza di Papa Francesco. E la pubblicità deve mirare al bersaglio grosso e grossolano, giusto?E allora (premettendo che per me uno spot pubblicitario è sempre e comunque qualcosa di fastidiosissimo, e mi stimola pruriti di boicottaggio), se i signori di McDonald (ma credo sia capitato a tanti altri) ne mandano in onda uno intelligente e coraggioso nella civile Francia, ma si guardano bene (per cinismo? per puro realismo? per calcolo? per ipocrisia? per paura?) di fare lo stesso nell’arretrata italiA, cosa pretendiamo dal povero Barilla, che si limita a fare come tutti gli altri ma è così ingenuo da dirlo? Siamo un paese martoriato dalle mafie, rovinato dai politicanti e culturalmente senza speranza, ultimo in Europa per acquisto di romanzi e primissimo al mondo per telefonozzi pro capite e stupid-app scaricate per puro cazzeggio. Dove un gay seduto su una panchina a scrivere su un taccuino può essere aggredito e sfigurato da un vile energumeno (che sia stato proprio l’atto di SCRIVERE l’aggravante che ha fatto scattare la DOPPIA INVIDIA nella testa vuota del cerebrolesso inferiore?) Un primo, timido passo potrebbe essere smettere TUTTI di guardare ogni tipo di spot. O almeno smettere di parlarne come se fossero cose importanti. E nel frattempo, speriamo solo che non arrivi qualche tacchino del politically correct a invocare le quote gay nella pubblicità, o rischierò di scrivere un pezzo (apparentemente) omofobo persino io…
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