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come ce li immaginiamo i nostri figli?

Creato il 02 gennaio 2011 da Silvie

Quando è nato Mic, la mia amica Vale in un momento di estasi ziesca mi fa, voglio scrivere su un foglio come me lo immagino a vent’anni. Poi lo chiudo e te lo do. A vent’anni lo apriamo.

Mi era sembrata un’idea bellissima, allora lo proposi anche ad altri amici.  Chiusi in buste sigillate sono arrivati da varie parti ipotesi sul futuro dell’ Inuit.

Poi oggi Gianca al risveglio dalla pennica pomeridiana vacanzesca con libro  di Ammaniti accanto, mi dice, l’ho sognato a vent’anni sai, suona in un gruppo indie rock (la precisione sul genere musicale fa parte del padre).  Insieme a lui ci sono, Davidino (il suo cuginetto quattrenne anni, gracile e dalla pelle meravigliosa e diafana) alle tastiere, Alessandro (il figlio di nostri amici che si sono visti nascere) alla chitarra, e Isabella (la sua amichetta Newzeland) bellissima front woman dagli occhi celesti.

E l’Inuit? Chiedo io assonnata.

Lui, capelli lunghi, rasta, braccia possenti, una batteria a doppia cassa. E’ lui a dare il sound al gruppo.

Al mio sguardo basito chiede: che c’è? Sei in ansia per il tour mondiale? Non ti preoccupare c’è tempo.


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