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Come ci si comporta in certi casi?

Da Maricappi
Gentile Dottoressa, sono Lella, infermiera di un ambulatorio di cardiologia. Premetto che quando lavoravo in traumatologia con i medici avevo un rapporto bellissimo. Ma certo, si trattava di persone socievoli e disponibili. Mai una lite, nemmeno fra loro. Da quando sto in ambulatorio, sette anni, ho potuto osservare una enorme differenza di atteggiamenti da parte dei cardiologi, sia verso i loro pari ( sempre in lotta come tanti Caini; non ci sono gli Abeli!!!) che nei nostri confronti. 
In particolare, la dott.ssa C., single, eterna insoddisfatta, bruttina, sempre a dieta ferrea, che maltratta, bistratta e rovescia le sue frustrazioni sui più  fragili, siano essi infermieri o pazienti. Povero chi le capita a tiro in quei giorni, non momenti!! le denunce nei suoi confronti fioccano!!!
In passato senza nessun fondamento reale mi ha verbalmente aggredita davanti a una trentina di persone, in sala d'aspetto per un qualcosa a cui ero completamente estranea, ma non per un attimo, per circa mezz'ora. Io, forte della mia estraneità ai fatti, ho mantenuto la calma, ma decisi di raccogliere le testimonianze e le firme e la denunciai al SITRA, per abusi e maltrattamenti.
Venne richiamata, ma non pretesi le sue scuse: a me bastava che cambiasse atteggiamento.
Di fatto, questa cinquantenne è inc...ta perché lavora. Infatti quando a sgobbare sono i suoi colleghi si permette di sminuirne l'impegno e i meriti ed è serena.
Al contrario di quasi tutti i medici dell'Azienda pretende il lei e lo da a noi, per mantenere le distanze. E può andar bene anche ciò, anche se con i suoi stessi colleghi ci diamo del tu. Da poco tempo avevamo ripreso a parlarci ma  oggi, arrabbiata perché mancavano due suoi colleghi, mi ha letteralmente cacciata da una stanza in cui stava lavorando urlandomi contro di "non rompere le palle", davanti al paziente e ai colleghi e con altri pazienti fuori che avranno certamente sentito tutto.
Ero entrata per chiedere se per l'ecg di un bimbo necessitava un ulteriore approfondimento o potevo mandarlo a casa. Si trattava di lavoro!!!! Ero entrata in silenzio e con calma avrei aspettato che si fosse liberata, in disparte. Ma lei ci tratta tutti come camerieri: mi faccia l'ecg in stanza, gli misuri la PAO, .... Così non tocca i pazienti che considera sporchi maiali ignoranti ed ebeti, ai quali concedere un sorrisino solo se pagano le visite.
Mi sembra giusto, no.!?!?
Noi la si accontenta sempre. E lei ci tratta sempre peggio. Io non la sopporto più. Sono uscita dalla stanza, dicendo che si trattava di lavoro. Ma avrei voluto buttarle addosso tutto quello che penso di lei. Quanto mi fa pena. E quanto mi fa arrabbiare il fatto che non la multino amaramente per le sue scorrettezze grottesche.
Per cortesia, potrebbe suggerirmi degli atteggiamenti che instillino in me la forza e in lei il rispetto? Lei cosa farebbe?
Grazie.
   Lella

Carissima Lella,posso suggerirti degli atteggiamenti che instillino in te la forza, ma suggerimenti che possano trasformare la dottoressa C. in una persona rispettosa…… proprio non credo!! Sai come si dice: per i miracoli mi devo ancora organizzare!! In sostanza, la dottoressa in questione deve avere davvero tanti problemi se il suo comportamento è quello che racconti. Problemi relazionali, problemi affettivi e, non ultimi, problemi di autostima. Tu forse penserai: “Ma no! L’autostima certamente non le manca! Anzi, lei è convinta di essere la migliore, di appartenere ad una categoria eletta”.Non farti ingannare dalle apparenze: una persona in pace con se stessa non ha bisogno di essere così aggressiva. L’aggressività a questi livelli patologici nasconde sempre una grande frustrazione. E le denunce non servono a molto perché lei le vivrà come un affronto alla sua persona e non farà altro che aumentare il suo livello di aggressività. Non dico che tu non debba procedere con le denunce e con ogni altro strumento che hai a disposizione per difendere la tua dignità professionale, ma non ti aspettare grandi cambiamenti nella dottoressa C. perché lei è “malata” e, se non decide di sua volontà di farsi aiutare, non credo che possa migliorare.Ora basta parlare della dottoressa C., parliamo di te! Quando hai a che fare con un aggressivo patologico, non ti conviene mai reagire con altrettanta aggressività, perché così vai allo scontro diretto e, siccome lui è più allenato di te ai conflitti, rischi di soccombere o di incamerare troppa emozione negativa. Infatti, ogni volta che ti arrabbi per un comportamento della dottoressa C., ha vinto lei! Anche nel caso in cui, in uno scontro diretto, tu avessi la meglio, potrebbe anche sembrare che l’aggressivo al momento si ridimensioni, ma stai certa che – proprio perché aggressivo – alla prima occasione te la farà pagare!D’altra parte, non devi neanche reagire con passività, non devi subire in silenzio. Più subisci e più l’aggressivo ne approfitta.Quindi, quando hai a che fare con un aggressivo patologico come la dottoressa C., l’atteggiamento migliore è proprio l’indifferenza, la totale mancanza di considerazione. Ovviamente, sul piano professionale devi fare tutto quello che ti compete, ma sul piano umano cerca di avere totale disinteresse per lei, non mostrare mai nessuna emozione alle sue intemperanze che vada oltre alla “ironica benevolenza”. Un aggressivo riesce ad essere tale solo se in un’altra persona trova un appiglio emotivo su cui attaccarsi. Impara a fare il muro di gomma e la dottoressa C. (C come complesso) andrà in difficoltà. L’aggressività è un suo problema, non è il tuo e fa in modo che non lo diventi.Auguri!

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