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Come costruire la credibilità di un blog

Da Marcofre

I buoni contenuti si vendono da soli. Gli imbonitori sul Web non hanno seguito, e se ce l’hanno è composto esclusivamente da altri imbonitori. Oppure sprovveduti, e il mondo come si sa, ne è pieno.

Ci sono differenti modi per rendere un blog degno della considerazione dei lettori. E questo risultato si ottiene in base all’argomento che viene trattato; questo mi pare persino ovvio.
Però in questo post parlerò del modo sbagliato di provarci.

È qualcosa che mi sorprende parecchio: di guide in giro (gratis) ce ne sono a vagonate. Esistono siti (e blog) che hanno fatto la loro fortuna spiegando cosa evitare, e cosa invece applicare.
Sembra tutto inutile.

In realtà, molte persone aprono il blog e cercano un risultato rapido: a costoro consiglio di spostarsi a Cannes e impalmare qualche ricca ereditiera. Il loro blog non decollerà mai, ma almeno avranno ottenuto quello che volevano. Denaro a palate, e l’accesso ai salotti più “in”.

Se invece parliamo di credibilità, allora non c’è altro da fare che impegnarsi, non avere fretta e pubblicare post se e quando si ha qualcosa da dire. Nessuno aspetterà il nostro post come se fosse una questione di vita o di morte.
Per questo motivo consiglio di evitare questi modi di fare:

  • Entusiasmo fasullo. Il lettore di blog di solito è una persona dotata di fiuto; ed è grazie a lui che costruisci la tua credibilità. Non sono in grande numero, anzi; però a lungo andare rendono un blog differente dagli altri.
    Con entusiasmo fasullo mi riferisco a una scrittura che usa iperboli, superlativi assoluti e (inutile dirlo), celebra chi scrive come nient’altro che un genio. Se qualcuno crede che ce ne siano pochi di blog del genere, dovrebbe farsi un giro, e si ricrederà.
  • Troppa grazia. Il blog del saccente. Quello che sa, conosce e spiega come va il mondo, e anche come NON va. Usa termini assoluti, sempre; detiene la verità, non può agire altrimenti. Non ha lettori bensì fedeli.
  • Il ripetitore. Lo si riconosce perché si comporta come la pubblicità in televisione. Lì si crede (e funziona davvero), che ripetendo i medesimi concetti, alla fine si fisseranno nel cranio del telespettatore. E diventerà acquirente.
    Il ripetitore non fa altro che battere sui medesimi tasti: compra il mio libro compra il mio libro compra il mio libro.
    Fornisce l’elenco dei canali presso cui acquistarlo (così è pure un blog di servizio, o almeno lo pensa).

 

Ma che cosa hanno di male questi comportamenti? Questo io credo: la totale mancanza di fiducia nei contenuti da parte di chi li redige. Per questo si ricorre alle V.A. (Verità Assolute); al doping (caricando la pagina di gioia e entusiasmo), all’ossessione (compra compra compra). E il lettore lo capisce al volo.

Se tu non credi in quello che fai e scrivi, ci devo credere io?


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