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Come costruire un brand

Da Marcofre

Come costruire un brand? Assodato (almeno spero!) che per prima cosa tu devi guardare a questo (cioè il brand), non come a un amaro calice da ingurgitare, ma una scelta consapevole, mossa da determinazione, ci sono alcune strade.

La prima, la più banale: assumi qualcuno che lo faccia per te.

Se hai soldi, lo puoi fare. Alcuni personaggi agiscono in questa maniera, ma il rischio è evidente, a mio parere.

Il brand o riguarda te, o riguarda te.

È una faccenda talmente personale che o lo costruisci tu, oppure: affidare questo compito a una persona estranea, a me appare abbastanza folle. Può funzionare, si dirà.

In effetti non è detto che si arrivi a un fiasco; il mondo è bello perché sei certo di una determinata cosa, e tre secondi ecco che arriva, bella fresca, la smentita.

Potrebbe essere una persona (maledettamente esperta), che ti conosce molto bene, in grado di “imitare” alla perfezione la tua voce. In un caso del genere il brand potrebbe imporsi. La controindicazione più evidente? Non parlo di quella evidente, che devi pagare un professionista e costui o costei giustamente, non sarà mai disposto a sconti. Ma quella decisiva è che se non lo fai tu, non ti divertirai.

Ebbene sì: costruire un brand dovrebbe (o deve?) essere divertente. Che diavolo! Non stiamo mica parlando di andare a un funerale.

Bensì di mettere in campo una strategia che sia efficace, in maniera da raggiungere un numero di lettori che potrebbero essere interessati a quello che abbiamo combinato. Questo obiettivo (attenzione: non dico mica che devi vendere 70.000 copie. Tanto nessuno in Italia raggiunge simili cifre), dovrebbe (o deve?) riempirti di entusiasmo.

Non andiamo ad avvelenare i pozzi dell’acquedotto, o a fare gli untori per spargere la peste nera. Costruiamo un brand per fare in modo che alcune persone sappiano che ci sono delle storie tutt’altro che perfette, ma che meritano attenzione.


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