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Come deve essere un libraio?

Da Ugobarbara
Come dovrebbe essere un libraio? Cortese innanzitutto, perché il suo è un mestiere difficile: deve vendere qualcosa che non ha mai avuto troppa fortuna, a eccezione di alcuni casi clamorosi. Il libro è di qualche secolo più vecchio dell’mp3, del cd e del vinile, ma ho il sospetto che se si mette insieme la musica che è stata venduta negli ultimi cento anni, il volume di libri venduto negli ultimi 600 anni impallidisce. E con il cinema come la mettiamo? C’è gente in giro che anche se non necessariamente analfabeta può dire (quando non se ne vanta) di non avere mai letto un libro. Quanti possono dire di non avere mai visto un film? Forse solo il teatro ha più difficoltà a conquistare pubblico, almeno da quando sono nati nell’ordine la radio, la tv e YouTube.
E poi, come deve essere un libraio? Simpatico? Non necessariamente. La voglia di apparire simpatico scivola facilmente nella molestia, specie con il difficile pubblico occasionale di una libreria. E allora? Intuitivo. Deve saper cogliere al volo che tipo è il suo cliente, anzi: il lettore che varca la soglia della sua libreria. Perché c’è la buona possibilità che se qualcuno entra in una libreria non sia necessariamente sotto Natale e non solo per comprare un libro di Bruno Vespa. Il libraio deve sapere cogliere al volo quel qualcosa nello sguardo, nei movimenti, forse persino nell’abbigliamento del cliente – o del potenziale cliente – che gli permetta di dare il consiglio giusto, ma ancora prima di capire se il lettore è alla ricerca di un consiglio.
Perché perdersi tra centinaia, migliaia di titoli è facile e spesso serve un mentore che faccia capire quale può essere la scelta giusta. Come insegnano nelle scuole di sceneggiatura, il mentore porta il lettore ad accettare quella chiamata Come deve essere un libraio?all’avventura che è la lettura di un libro. Un’avventura che può essere così disastrosa da essere abbandonata dopo poche pagine o così travolgente da spingere alle lacrime: di gioia, di nostalgia o di dolore.
Se il libraio/mentore riesce a dare il consiglio giusto, il lettore tornerà per vivere un’altra avventura. Altrimenti si perderà altrove, magari in un mega-bookstore dove i titoli sono decine di migliaia, ma non c’è lo spazio per sedersi e sfogliarne neppure uno. O dove non ci sono librai, ma commessi così impreparati da far venire il sospetto che il loro sogno sia vendere mortadella e solo accidentalmente siano finiti al banco dei libri. O così sgarbati da spingere a immaginarli nella loro camera in affitto, davanti a una pagina bianca mentre cercano l’incipt giusto per il romanzo che non scriveranno mai.

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