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Come è andata a finire – le inchieste di Report della stagione 2014

Creato il 21 dicembre 2014 da Funicelli
Mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata.
Mentre a Roma si discute su prescrizione, su certezza della pena, su chi sbaglia paga, a Casale, a Bussi e alla Marlane, i processi per reati ambientali finiscono in santa prescrizione. Tutti liberi, tutti assolti, il fatto non sussiste.
Nonostante l'inquinamento delle falde, dell'aria. Nonostante i malati e i morti. Mentre a Roma si discute e ci si indigna per le prescrizioni, a Bussi il giudice naturale del processo (Spiniello) è stato ricusato perché aveva osato dichiarare si sarebbe fatta giustizia per l'ambiente. Mentre a Roma si discute di ripresa, di rilanciare la produzione, perdiamo assett industriali importanti: l'auto, l'acciaio, l'alluminio. Ma noi abbiamo il lusso, il made in Italy: peccato che parliamo di capi prodotti in parte all'estero da parte di aziende che le tasse preferiscono pagarle altrove dall'Italia.
Come Google, come Amazon.
Il problema delle aziende italiane è il costo dell'energia? A Roma rispondono che ora abbiamo lo sblocca Italia, con le norme per aiutare le società di ricerca petrolifere, con le loro trivelle lungo le nostre coste.
Se poi questo può provocare danni alle falde, può mettere a rischio il territorio, può uscire gas dai rubinetti (come in America dove ci sono le estrazioni dello Shale gas), c'è sempre la prescrizione da una parte e uno stuolo di avvocati importanti per difenderti.
Mentra a Roma si discuteva di giustizia, lavoro, tasse, evasione, mafia a Roma (chi era costui?), Report raccontava agli italiani quello che succedeva in Italia. Andando a Bussi a raccontare il più grande inquinamento nella valle del Pescara: “Acqua passata”. Andando a raccontare come funziona il made in Italy “Schiavi del lusso”.
Andando per le strade di mafia capitale: “Romanzo capitale”.
Con le chiacchiere non si va da nessuna parte, come coi licenziamenti facili e con le riforme senza contenuti da approvare in fretta per fare bella figura. E poi non sappiamo come impiegare i dipendenti delle province. Va di lusso, di Sabrina Giannini (prima inchiesta del 2007)
Report torna ad occuparsi dei grandi marchi del lusso, in particolare affrontando la questione che ha distrutto e sta distruggendo un patrimonio importante per il Made in Italy: l’artigiano in regola che viene sostituito con i più concorrenziali cinesi. Parte della responsabilità di questo patrimonio dilapidato tocca a chi gestisce i marchi del lusso, in modo sempre più famelico e cercando di aumentare i propri fatturati a scapito di valori (anche economici) importanti. Al centro dell’inchiesta è finito questa volta il marchio italiano Gucci, di proprietà del gruppo francese Kering che da dieci anni garantisce una filiera etica e controllata grazie alla certificazione SA8000 sulla responsabilità sociale.Report è riuscita ad entrare “dentro” il sistema e osservarlo per 5 mesi. Grazie alla denuncia di un artigiano e alle informazioni raccolte dal suo “socio” cinese, Sabrina Giannini per la prima volta svela come funzionano realmente le ispezioni di Gucci.
Il pacco, l'inchiesta su Amazon.it: Giovanna Boursier
Amazon è l’azienda leader del commercio on line. Ha quattro società in Italia, ma la capofila è lussemburghese e quindi le tasse sugli utili le paga gran parte in Lussemburgo, dove conviene perché sborsa solo il 4%. Eppure quando, due anni fa, eravamo riusciti a entrare nei magazzini di Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza, avevamo visto che quasi tutto il commercio italiano si fa in Italia: dove lavorano 400 dipendenti assunti con contratti italiani, che prendono gli ordini e li spediscono in gran parte a clienti italiani. Adesso quel magazzino è raddoppiato e hanno anche aperto un call center a Cagliari con altri 200 dipendenti. Ma Amazon non versa quasi nulla alla nostra Agenzia delle Entrate. Da due anni la Guardia di Finanza indaga, visto che il traffico di merci di Amazon in Italia è oggi stimato in circa 1 miliardo di euro. Ma il problema della tassazione delle multinazionali del web è comune a tutta l’Europa, e ora, sollecitati anche dalla crisi, i paesi dell’Unione si stanno organizzando.Da noi a proporre una web tax ci aveva provato, a fine 2013, Francesco Boccia, presidente della Commissione Bilancio della Camera. Boccia voleva far pagare a Google o Amazon almeno l’Iva su quanto commerciato in Italia. Ma Matteo Renzi, appena eletto segretario del Pd, si era messo di traverso, e una volta Premier, ha accantonato la tassa.

Qui l'anticipazione presa da Reportime. Frattura Molisana di Bernardo Iovene
Dopo il terremoto del 2002 nel Molise una leggefatta ad hoc, il cosiddetto art.15, prevedeva finanziamenti regionali per la ripresa della produttività. Su 324 aziende che hanno ricevuto finanziamenti 132 non sono mai nate. La Regione ha chiesto la revoca e la restituzione dei soldi. Nel mucchio c’è anche l’azienda dell’attuale presidente del Molise, Paolo Frattura, causa di un corto circuito politico, amministrativo, mediatico e giudiziario. Frattura, dopo la revoca della Regione, passa dal centrodestra al centrosinistra, una scelta attaccata dai giornali locali che appoggiavano l’ex governatore Iorio. Frattura, una volta eletto, ha abolito la comunicazione istituzionale con la quale venivano elargite risorse a tutte le tv e ai giornali locali e parallelamente si è aperta un’indagine della Procura che ipotizza per Iorio e la tv che lo appoggiava il reato di corruzione editoriale. Intanto il magistrato Fabio Papa che stava indagando sulla centrale a biogas di Frattura finisce al centro di un caso a luci rosse che coinvolge anche la direttrice di Telemolise. A sistemare le cose ci pensa il Csm che trasferisce il magistrato, l’unico ad aver pagato fino ad oggi in una vicende dai contorni torbidi.
O sole mio, l'inchiesta sullo Shale gas di Roberto Pozzan
In primavera era esploso il dubbio che il terremoto emiliano del 2012 fosse stato innescato dalle attività di estrazione petrolifere svolte in zona. Qualcuno ha denunciato che la fratturazione idraulica (fracking) fosse stata praticata in diverse zone della penisola.A che punto siamo? Sussiste una responsabilità delle attività umane nell’innesco del sisma? Gli esperti non lo escludono. Quale direzione sta prendendo il governo per l’approvvigionamento energetico del paese?
Prima inchiesta di Pozzan: Shale caos. Le mire del presidente, dall'inchiesta “Sportivo sarai tu” di Stefania Rimini
Mentre un pezzo di paese sciopera contro la precarizzazione del lavoro e l'altro pezzo si angoscia per il lavoro che manca del tutto, si scopre che il posto fisso resiste in una nicchia fortunata. E' quella dei dirigenti sportivi. Ci sono presidenti di Federazione che vengono rieletti ormai da vent'anni e in certi casi sono allo stesso tempo rappresentanti del popolo in parlamento. Che cos'avranno loro che noi non abbiamo? E' solo questione di fiuto sportivo o c'è anche del talento imprenditoriale? Alla fine il motto decubertiniano, l’importante è partecipare, non vale: per loro, l’importante è accaparrare.- Guarda l'inchiesta del 05/05/2014 
Cara accoglienza, di Giorgio Mottola
Quello di Castelnuovo di Porto è il più grande centro di accoglienza d'Italia. Un affare da oltre 15 milioni di euro, per chi ci mette le mani sopra. Nel 2013 c'era riuscito Salvatore Buzzi, il socio occulto di Massimo Carminati, che con le sue cooperative aveva vinto l'appalto. Non festeggia però a lungo, Buzzi. Con una sentenza del Tar del Lazio la gara viene infatti annullata. Sembra tutto perduto fino a quando il socio di Carminati scopre che il giudice, che ha scritto il provvedimento, è proprietaria insieme al marito di una società che lavora nel centro di accoglienza, dove per velocizzare le pratiche si è costretti a pagare le tangenti.

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