Magazine Cultura

Come è nata la Trilogia delle Erbacce?

Da Marcofre

savona priamar

No, non intendo spiegare come si fa a scrivere una trilogia, ma solo illustrare come è nata la mia (ancora incompleta, perché il capitolo finale arriverà solo nell’autunno del 2016): vale a dire la Trilogia delle Erbacce.
In molti, anzi tutti, dicono che ogni aspetto deve essere pianificato, studiato, attentamente valutato e solo in seguito adottato.
Io però non ho fatto niente del genere.

Pianificare? Forse…

Esatto: nessuna pianificazione. E tu potresti dire: “Ma questo spiega un mucchio di cose!”. In effetti…
Dopo aver pubblicato “Non hai mai capito niente”, mi sono messo a scrivere i racconti che sarebbero poi diventati “Cardiologia”. Ma non pensavo che fossero “uniti”, che si trattasse di un unico progetto: si trattava di racconti e non li vedevo ancora sotto questa luce.
Solo proseguendo nella scrittura mi sono reso conto che la seconda raccolta di racconti poteva far parte di un progetto un poco più ambizioso.
Si sa: occorre scrivere, perché i lettori comincino a notare le nostre opere. E forse se dimostri di avere un progetto in testa, qualcosa di più “grande”, sono disposti a darti una possibilità.
Insomma: mi sono reso conto che quelle storie erano più legate tra di loro di quanto sospettassi: erano figlie di una medesima madre. E che potevo perciò tenerle assieme senza alcuno sforzo.
Ma cosa c’è che li rende tutti appartenenti a questo bislacco progetto? Be’, certo: sono erbacce. Persone che passano guai, e non è affatto detto che li supereranno. Di sicuro sono costretti a darsi da fare. Qualcosa di loro alla fine emerge, ed è qualcosa che forse nemmeno loro sapevano di possedere.
Poi, esiste anche una certa continuità territoriale (non sempre: in Cardiologia un racconto è ambientato a Roma). Ma in fondo il territorio è l’aspetto meno interessante. C’è un altro tipo di territorio nel quale si muovono i personaggi, quello sì che è sempre lo stesso. E lo ritroveremo anche nella terza e conclusiva raccolta di racconti; di cui credo di aver trovato già il titolo. (Non è vero!).


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog