Articolo scritto il 13-6-2013.
Vi sono alcuni gesti quotidiani che compiamo, che fanno talmente parte della nostra vita da non soffermarci quasi mai sulla loro importanza e sulle motivazioni che ci spingono a compierli.
Uno di questi? Lavarsi le mani. Semplice, come bere un bicchier d’acqua quando si ha sete. Ma in effetti, se quando il nostro organismo necessita di un maggior livello di liquidi ci lancia il messaggio della sete per equilibrare il fabbisogno idrico, non accade esattamente la stessa cosa per compiere quel gesto quasi naturale che è lavarsi le mani.
Certamente nei casi estremi, quando ad esempio ci sporchiamo le mani facendo qualche lavoro domestico o di giardinaggio, scatta una sorta di “allarme” che ci porta a liberarci appena possibile della sensazione fastidiosa di sentire le mani sporche.
Non è questo il punto infatti: in questo articolo verifichiamo insieme in quali occasioni è bene lavarsi le mani e anche, come farlo al meglio.
Innanzitutto: l’igiene personale fa parte della storia dell’Uomo? No. Effettivamente – oggi può apparire bizzarro – fino agli inizi del secolo scorso l’umanità aveva una scarsa cura dell’igiene personale.
Solo con lo sviluppo del criterio di asepsi in campo medico – la prevenzione della proliferazione di agenti più o meno patogeni – pian piano il criterio di igiene personale ha preso forma all’interno delle buone regole della cura della persona, piantando così ben salde le basi di una società in grado – con semplicissimi gesti – di cautelarsi addirittura da malattie contagiose col semplice uso di... Acqua e sapone.
Ma oggi, sappiamo davvero come e quando è il caso di lavarci le mani? E in quanti lo facciamo?
Lavarsi le mani è per tutti un gesto innanzitutto di prevenzione. Si pensa troppo poco al fatto che siamo costantemente in contatto con elementi che potrebbero sviluppare all’interno del nostro organismo vere e proprie malattie semplicemente toccando oggetti di uso quotidiano, in special modo se condivisi da altre persone.
Provate a pensare a una normale giornata di lavoro in ufficio: tocchiamo il mouse del nostro PC che viene poi magari toccato dalle mani di un collega che – senza saperlo sta “covando” un virus influenzale e ci contagia senza minimamente sospettarlo.
Ora: ciò non deve certamente portarci a divenire paranoici del lavaggio delle mani – che peraltro è una vera e propria patologia psichica della sfera delle patologie compulsive - ma piuttosto creare una serie di regole da inserire nella vita di tutti i giorni.
Laviamoci quindi le mani se stiamo per cucinare e quindi maneggiare alimenti. Facciamolo poi, ogni qualvolta le nostre dita devono entrare in contatto con organi come ad esempio gli occhi o la bocca: il semplice inserimento delle lenti a contatto con dita non pulite, può generare infezioni. E poi, ovviamente, laviamocele quando dobbiamo medicare una ferita o fare un’iniezione.
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Ci sono poi alcune situazioni in cui è consigliato lavarsi le mani: dopo aver usato la toilette ad esempio, o dopo aver cambiato il pannolino ad un neonato o procurato igiene ad un anziano allettato. Ma anche, e qui molti non ci pensano affatto, dopo aver condiviso ambienti comuni come ad esempio la palestra.
Particolare attenzione all’igiene delle mani va riservata agli amanti degli animali, siano possessori di amici a quattro zampe o meno: il semplice accarezzare del manto di un cane e gatto infatti, implica il successivo lavaggio delle mani al fine di scongiurare contagi, infiammazioni o addirittura malattie a trasmissione animale/uomo.
Ora che abbiamo visto alcune fra le occasioni più frequenti nel nostro quotidiano in cui è bene lavarsi le mani, approfondiamo un altro aspetto: come si lavano le mani?
Può apparire strano, perché si pensa che basti aprire un rubinetto e passare le mani sotto il getto dell’acqua con l’utilizzo o meno della classica saponetta per aver completato l’opera: non è così.
Ecco per tutti, alcune semplici regole per effettuare un efficace e igienico lavaggio delle mani.
L’acqua dovrebbe preferibilmente essere calda.
E’ bene usare una saponetta, meglio se a PH neutro.
Durante il lavaggio poi, non dimentichiamo di lavare anche i polsi e il dorso delle mani, oltre a usare attenzione anche all’area di contorno delle unghie dove spesso si annidano i germi.
Il tempo medio per un lavaggio accurato è di circa 20 secondi.
Per asciugare le mani è preferibile usare con le tovagliette usa e getta e – proprio per compiere una vera “opera d’arte” – ricordare sempre, specialmente se ci si trova in un luogo pubblico, di non toccare con le mani dopo averle lavate, rubinetti o maniglie: pena l’annullamento del lavaggio...
Semplici regole che possono farci scongiurare raffreddori, influenze, virus, malattie gastrointestinali e molti altri acciacchi. Con un notevole risparmio per tutti, di tempo e denaro oltre che di salute.
Per concludere: lavarsi le mani è un tema talmente importante a livello mondiale, che annualmente organizzazioni come l’Unicef realizzano campagne di Informazione per sensibilizzare gli abitanti del pianeta sull’importanza di questa fondamentale regola di igiene.
La "Giornata internazionale per la pulizia delle mani" organizzata dall’Unicef ha stabilito ad esempio - attraverso uno studio condotto nell’edizione 2012 - che ancora oggi circa 1.800 bambini al giorno muoiono per malattie diarroiche dovute alla mancanza di acqua potabile e servizi igienici basilari.
Numeri agghiaccianti che potrebbero essere cancellati con un semplice lavaggio delle mani.