Come agire per evitare la morte di un blog? Ma soprattutto: perché un blog muore?
Credo che non sia difficile capire il perché. Il motivo che spesso conduce il blog alla morte è l’entusiasmo, slegato da qualsiasi capacità di mettersi in discussione. Ti sembra impossibile?
Attenzione. Non dico che l’entusiasmo sia una cosa cattiva, al contrario. Ma siccome occorre tempo per arrivare da qualche parte, l’entusiasmo non è il carburante adatto; o almeno da solo non può bastare. Ti fa partire alla grande ma nel giro di 5 mesi sei già fermo, e ti chiedi chi te lo ha fatto fare. Il blog è uno strumento che ti mette in discussione: se hai solo certezze, se quindi non sei disposto a conversare, stai per andare a sbattere.
Gratis non è una motivazione sufficiente
Ricordi? Hai aperto il blog perché è gratis. Hai cominciato a pubblicare. Siccome il tuo fine è essere editore di te stesso, hai capito che serve anche un blog. Intanto scrivi la tua storia: tutto questo è molto interessante, ma purtroppo le tue motivazioni non sono granché, lo devi ammettere.
“Gratis” e “Un blog serve” è come comprare un paio di scarponi per andare in montagna: non bastano. Devi prendere atto che ti costeranno fatica, impegno, vesciche… E se non hai una benzina migliore del tuo entusiasmo presto maledirai la montagna.
Occorre allora fermarsi un attimo e riflettere su che cosa vogliamo ottenere. Rammenta che un blog o funziona (pubblica con puntualità dei contenuti, e questi sono di qualità), oppure non funziona.
E funziona solo quando impari a conversare.
Il blog è una vetrina
Il blog è la vetrina dell’editore di se stesso.
Fatti un giro in centro, dai un’occhiata ai negozi. Cosa vedi? Vetrine curate, insegne tirate a lucido. E il blog deve essere così. Il blog è troppo importante per lasciarlo spegnere. Se succede, devi decidere rapidamente se investirci tempo o energie, oppure chiuderlo. Forse l’idea di essere editore di te stesso è troppo complessa per te.
Forse scrivere storie non è poi questa gran cosa come ti sembrava in principio. Capita di essere vittima di un’illusione, e non c’è niente di male nel riconoscere che ci si è sbagliati.
Oppure, conversare non fa per te. Perché richiede tempo, elasticità, capacità di mettersi un poco in discussione. E tu sei solo a caccia di salamelecchi.