Il consiglio di Antonio Valerio SperaSummary:
Un’indagine scioccante per la sua verità. Come fare soldi vendendo droga è una provocatoria guida alla violenta ma prolifica attività dello spaccio di sostanze stupefacenti. Un vademecum “scritto” per immagini sullo schermo dall’interno stesso del sistema, che cela dietro la sua anima documentativa una potente seppur implicita denuncia.
Perché ovviamente, nonostante possa essere travisato ed interpretato come un monito a fare soldi facilmente attraverso un’attività illecita e pericolosa, il film di Matthew Cooke è infatti un’inchiesta coraggiosa e dolorosa nei meandri di una realtà che costituisce uno dei mali della società contemporanea, una condanna dura che non si pone limiti e che non ha timore di raccontare con rigore e autenticità. E’ lo stesso regista a non temere che il suo lavoro possa essere considerato come un prodotto diseducativo: “è come andare ad una lezione di educazione sessuale dove viene mostrato un video che mostra come si trasmettono infezioni e malattie attraverso il sesso. Che fanno i ragazzi? Dopo la lezione vogliono prendersi queste infezioni?”
L’obiettivo della denuncia portata avanti dal documentario non è però solamente il mondo dello spaccio della droga, ma include anche la società e lo stesso sistema legislativo e governativo americano, che in fondo permette ipocritamente questo traumatico commercio. Cooke parte infatti da una domanda: se ogni anno gli Stati Uniti spendono quasi 25 miliardi di dollari per la guerra alle droghe, perché l’industria mondiale delle droghe, che vale ora più di 400 miliardi di dollari, non mostra segni di cedimento? Da qui inizia il viaggio del regista. Come fare soldi vendendo droga, con una costante e martellante voci fuori campo che avvolge l’intera narrazione e con testimonianze di volti noti come Susan Sarandon, Eminem, 50 Cent, Woody Harrelson, il film piano piano svela i segreti di questo mondo mettendo anche a nudo la corruzione dell’istituzioni e soprattutto le loro contraddizioni.
“Il più grande mito che dobbiamo sfatare – afferma Cooke – è che abbiamo bisogno di un governo che legiferi la moralità e che lo faccia attraverso le forza dell’ordine. Questa è l’opinione predominante di coloro che pensano che dovremmo tenere le leggi così come sono. Molte persone – continua il regista – pensano che quando si parla di liberalizzazione delle droghe si voglia soltanto andare incontro a drogati che devastano la società. In realtà prima di tutto abbiamo bisogno di far sapere che siamo tutti sulla stessa barca e tutti abbiamo lo stesso obiettivo, e cioè: come possiamo limitare le droghe dannose che creano dipendenza?” Una domanda a cui purtroppo neanche l’arte e il cinema riescono a dare una risposta concreta.
di Antonio Valerio Spera per Oggialcinema.net