“Come fossi una bambola”, ultima performance del Naso e artista contemporaneo Angelo Orazio Pregoni, ha incuriosito, sorpreso, coinvolto/sconvolto (apparentemente) i visitatori di Room Service, evento di AltaRoma che diffonde e valorizza le eccellenze della migliore tradizione italiana. Il perfume maker ha realizzato una “living installation” in cui lui stesso era sul letto della camera assieme ad altri cinque performer. Ognuno proveniente da un diverso ambito dell’arte e della creatività, tutti con un tablet tra le mani, impegnati in un processo creativo: Giuliano Cairoli, personaggio eclettico ed eccentrico, storico protagonista delle più esclusive serate della movida Milanese e originale flore designer; Andrea Moscianese, musicista polistrumentista e autore che si muove tra musica rock, colonne sonore e progetti musicali sperimentali; Gaia Petrizzi, designer dei gioielli Tupi Tupi; Mattia Fumagalli, trendsetter e personal shopper; Federica Marta Carola Bruni, personalità poliedrica, modella, video maker, performer nonché giornalista per Outsiders Musica. Il messaggio della performance? Provocatorio come sempre. Tutti i campi delle attività umane – prime fra tutte quelle che toccano la vita quotidiana delle masse, come la moda, il lusso e, ancora più nello specifico, la profumeria – hanno bisogno di una creatività vera, che recuperi la stessa spontaneità dei momenti “intimi”, “privati”, che esalti l’individualità, liberandosi dagli schemi logori che il marketing ripropone dall’alto per non assumersi rischi. La protagonista dell’evento? Una bambola gonfiabile, simbolo del “consumatore” travolto dall’esclusività massificata e da stereotipi estetici assurdamente omologanti, incarnati dalla abusata figura del “testimonial”.
Bravo Angelo.
di Sonia Rondini