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Come funziona la Circoscrizione: intervista a Lorenzo D’Agostino

Creato il 04 giugno 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

Essendo recentemente passati attraverso elezioni europee che hanno spostato l’attenzione sui macrotemi per definizione, che interessano perfino diversi Stati, era opportuno non dimenticare quello che invece si snoda nel livello più vicino al cittadino: nel particolare più particolare, cioè, nelle circoscrizioni cittadine che in un consistente centro come Torino sono determinanti per l’interfacciarsi del privato cittadino con il pubblico potere, e rappresentano il livello più basso e forse più “concreto” dell’azione politica. Un ambito molto spesso tralasciato, messo in secondo piano e considerato colpevolmente d’importanza ridotta. In realtà, come si avrà modo di vedere, la Circoscrizione è un ente ancora molto importante nella vita cittadina, e molto accessibile, per via della sua piccolezza e del fatto che molto spesso i candidati prima e gli eletti poi sono direttamente conosciuti. A tal proposito Lorenzo D’Agostino, 22 anni, giovanissimo Consigliere della Circoscrizione 9 per il Partito Democratico, eletto nel 2011 ed oggi Coordinatore della Commissione Bilancio, nonchè primo consigliere del centrosinistra per numero di atti presentati nella sua ciroscrizione, ha accettato di buon grado di rispondere ad alcune domande circa il funzionamento della circoscrizione in senso lato, e su come ci si può approcciare alla carriera politica “partendo dal basso”.

Inizierei col parlare della circoscrizione in senso lato: che cos’è, e, in poche parole, che cosa vuol dire candidarsi ed essere eletto e arrivare ad essere infine coordinatore di una delle più importanti commissioni, e che cosa implica questo per il cittadino, cioè su cosa esso è influenzato: cosa può insomma aspettarsi il cittadino da uno che vota in circoscrizione.

Innanzitutto la circoscrizione è un ente decentrato del comune. Essendo città di 1.000.000 abitanti, il comune non riesce a gestire adeguatamente tutto; le periferie, ad esempio, sono difficilmente gestibili. La circoscrizione sta proprio qui: ha una funzione di amministrazione essenziale del territorio, che solo chi conosce proprio il territorio direttamente può garantire, e anche sociale. Il presidente di circoscrizione è una figura amica, si conosce, spesso ha già avuto a che fare con il cittadino. Anche il consigliere di circoscrizione può essere una figura conosciuta: può essere l’amico della parrocchia, il giornalaio, il venditore del negozio sotto casa. Proprio per questo si sviluppa un contatto di tipo diretto con il cittadino. Una importante funzione della circoscrizione è l’aiutare il cittadino all’orientarsi: per il cittadino non addetto alla vita civile in società può essere anche difficile capire a chi rivolgersi per sue specifiche esigenze. Il consiglio di circoscrizione può aiutare il cittadino proprio ed anche in questo.

Dicevi prima che il consigliere di circoscrizione è comunque una persona che ha già, prima di essere eletto, un certo rilievo sociale: citavi un gestore della parrocchia, un negoziante, una persona già conosicuta. Tu, dalla tua esperienza, dalla tua personale e da quella derivante dall’osservazione dei tuoi colleghi, quanto ritieni importante aver svolto un’attività che comunque “ti fa conoscere”?

E’ certamente importante. A pochi mesi dalle elezioni partire proprio da zero e trovare 2-300 persone che possano scrivere il tuo nome sulla scheda è veramente difficile. Se uno ha già però un certo impegno attivo sul territorio, alla fine così difficile non è. Secondo me è importante. Io guardo il mio caso singolo ma anche i miei colleghi: diversi sono dei negozianti, ad esempio. Hanno un giro di clienti che li conoscono. Oppure hanno avuto contatti con l’associazionismo, hanno fatto parte di associazioni, e in definitiva hanno comunque fatto qualcosa nel territorio e per il territorio negli anni passati per farsi conoscere. Non è un requisito essenziale, ma è di sicuro molto importante.

Come potrebbe farcela uno che non si fa o si è fatto conoscere?

Potrebbe impegnandosi tanto in campagna elettorale. Potrebbe bastare, ma la vedo difficile. Comunque, mai dire mai. Magari uno ha delle buone proposte, si impegna, azzecca la campagna elettorale. Impegnarsi è importante: nella circoscrizione il contatto diretto col cittadino è determinante, cosa che poi si affievola a mano a mano che si sale: in regione, in comune, si parla di altri numeri, servono altri numeri.

Sembra un po’ un metodo da Comune del 1200, in cui gruppi di persone si riuniscono e eleggono loro rappresentante una persona di comprovata fiducia che già tutti conoscono.

Sì, ed essendo comunque i territori di circoscrizione abbastanza popolati, siedono venticinque persone, per ogni circoscrizione, indipendentemente dalla loro dimensione.

Ci racconti la tua campagna elettorale? Nella tua esperienza e in quella degli altri tuoi colleghi: partiamo col chiederti se è vero o non è vero che è opportuno per uno che voglia interfacciarsi alla vita politica partire dalla circoscrizione oppure può essere “saltata” perchè poco importante e poco considerata?

Diciamo che partire dalla circoscrizione è il gradino più basso. Secondo me chi parte dalla circoscrizione per poi proseguireuna carriera politica fa un percorso giusto. Il mio timore è che per candidarsi ad un posto più in alto sia in ogni caso necessario avere degli appoggi, e che passando oltre la circoscrizione si rischi di fare il passo più lungo della gamba. Io personalmente, a un giovane o a una persona che mi chiedesse come iniziare ad intraprendere una carriera politica, gli consiglierei senz’altro di cominciare dal gradino più basso, mettendosi alla prova nel suo quartiere, dove vive, studia, magari lavora. E se un domani l’esperienza amministrativa sarà positiva potrà continuare con nuova speranza. Ci sono dei casi di persone che non hanno mai fatto esperienza di circoscrizione. Dicono gli inglesi “impossible is nothing”, ma candidarsi subito per la Regione e trovare 5.000 voti non mi sembra facilissimo. In qualche modo uno il consenso deve crearselo nel territorio, nel tuo territorio, e se già hai lavorato lì, hai una base di partenza.

E’ indispensabile far parte di un partito oppure in circoscrizione può essere eletto chiunque?

I partiti sono gli intermediari tra il singolo cittadino e la politica. Entrando a far parte di un partito si sposa un certo modo di intendere la politica e una certa visione del mondo. Secondo me l’appartentenza ad un partito è importante, ma non fondamentale. Se io e altri amici vogliamo fondarci la lista civica per entrare in circoscrizione possiamo farlo, è assolutamente fattibile. Ma il ruolo del partito è importantissimo: è la base della vita politica nazionale, e pertanto lo è anche nel piccolissimo della circoscrizione. Non è pensabile che ognuno rappresenti sè e se stesso senza un orientamento di principio.

Ritorniamo un attimo alla campagna elettorale, che è il tramite per raggiungere l’elezione ed entrare nelle segrete cose. Quali sono alcuni passi fondamentali che debbono venire fatti? Cosa consiglieresti, se dovessi descrivere una campagna elettorale “tipo”?

La prima campagna elettorale è sempre un azzardo. Non sai come funzioni, non hai idea di come si svolga la battaglia elettorale. Di fatto ti butti. Io non sapevo cosa aspettarmi, ci ho provato con la consapevolezza di non avere nulla da perdere e ho notato anche nei miei colleghi consiglieri alla prima volta la stessa cosa. Ci siamo buttati, abbiamo cercato di farci conoscere col passaparola, molto importante.

Il partito vi ha aiutato in questo?

Il partito ci ha dato la possibilità di metterci alla prova con la candidatura. In questo senso sì, nel 2011 il partito ha avuto grande fiducia in me, mettendo in lista un ragazzo di 19 anni: un azzardo. Per il resto, evidentemente, ogni candidato è responsabile della propria campagna elettorale.

Quali sono i metodi più efficaci in campagna elettorale?

Indubbiamente il passaparola è fondamentale, per lo meno a livello circoscrizionale. Si possono fare in circoscrizione campagne elettorali veramente “a costo zero”. Se sei già una persona che si impegna, anche se sconosciuta, se ti fai conoscere, magari con pochi volantini, e diffondi il tuo nome, puoi già farcela.

Uno che non ha i mezzi economicamente magari anche solo per stampare i volantini come fa? Il partito può dare una mano?

A livello di finanziamenti il partito non aiuta i singoli candidati. Il partito fa campagna elettorale per il partito. Il singolo candidato poi se non ha le risorse può cercare un accordo, il cosidetto “ticket”. Magari con un candidato in comune che si prende l’onere di pagare i volantini, tipici volantini bifronte, col candidato in comune e con quello in circoscrizione. E’ una prassi consolidata. Ma il partito tale in quanto tale non aiuta.

Succede dunque che ci sono le elezioni, e tu vieni eletto avendo preso una certa quantità di voti.

Innanzi tutto la percentuale che prende il tuo partito è fondamentale. In base ad essa spettano un certo numero di seggi. Alla coalizione vincitrice vengono assegnati 15 seggi su 25, divisi tra tutti i partiti che la compongono. Il PD sta in una media di 8-9 consiglieri.

Dunque 8-9 ce la fanno, alla fine, ma quanti concorrono?

La lista è di 25. Come tutto il consiglio.

Come si fa a capire dunque quanti voti sono necessari?

La cosa è molto variabile, dipende dalla circoscrizione. Ci sono circoscrizioni che hanno 130 mila abitanti e allora la soglia è molto elevata.

Di fatto è una competizione anche all’interno dello stesso partito…

Beh, certo! La competizione è per le preferenze. Ma una zona più ampia ha bisogno di molte più preferenze; in circoscrizioni che hanno magari 40 mila abitanti bastano cento voti. Poi, chiaramente, dipende da partito a partito.

E’ più facile dunque entrare facendo parte di un partito magari più grande ma con all’interno di esso più concorrenza?

Un partito più piccolo ha bisogno indubbiamente di meno preferenze. Con un partito più grande si hanno anche però più posti a disposizione. Di fatto è la stessa cosa.

Quali sono i compiti e le prerogative nel concreto una volta eletto?

Il consigliere è come fosse un piccolo deputato. La Giunta circoscrizionale, composta da sempre sei membri della maggioranza, fa delle proposte operative che sono sottoposte al voto del Consiglio. L’organo deliberativo è il Consiglio. Possono esserci proposte di feste, problemi per i disabili, progetti per le vacanze… Il consiglio dando o non dando il suo appoggio alla Giunta può essere determinante per far passare o no determinati elementi.
Il consigliere inoltre può, sentendo i cittadini, sottoporre proposte e interpellanze per i problemi più diversi che lui rinviene nel territorio, che magari non sono neppure di diretta competenza della circoscrizione, ma che il coordinatore, che sta in Giunta, può risolvere mandando la mozione al Comune. E’ un tramite al tavolo dell’Assessore competente.

E per i fondi, come si fa?

Il bilancio della circoscrizione è una parte del bilancio comunale. Sono fondi che vengono dati a inizio anno alla circoscrizione e che essa può spendere come meglio ritiene.

Sono stati tagliati questi fondi?

Oh, notevolmente. Notevolmente. Dal 2011 ad oggi si è passati da 600.000 euro circa a 450.000. Il taglio è netto. Tanti progetti non si fanno più. Però per il momento ancora si riesce, come circoscrizioni, a garantire servizi fondamentali al cittadino.

Chi decide i fondi da destinare alle circoscrizioni?

L’Assessore al Bilancio, il Sindaco, la Giunta Comunale. In base alla disponibilità. I fondi dati variano a seconda della popolazione e di una serie di variabili.

Dalla tua esperienza, fondi e prerogative alla mano, la circoscrizione ha troppo, troppo poco o il giusto “potere”?

La circoscrizioen dovrebbe avere più competenze. Non parlo di una questione meramente economica: tutti siamo in grado di dire “vogliamo più soldi”. Nell’ottica del ridisegnamento delle circoscrizioni di cui si parla tanto in questo periodo si dovrebbe partire dalle competenze. Si dovrebbe cercare di decentrare molto di più: la manutenzione del verde pubblico, ad esempio. Alcune parti sono di competenza cittadina, i giardinetti sono di competenza circoscrizionale. Non ha senso. Bisogna chiarire meglio le competenze e permettere alle circoscrizioni di incidere di più, anche in rapporto al comune. Oggi i pareri delle circoscrizioni sono non vincolanti, il comune può anche ignorarli del tutto.

Il Comune di Torino è efficiente o no?

Personalmente debbo definirmi abbastanza soddisfatto. In questi anni di amministrazione siamo riusciti a farci sentire su problematiche importanti e questo va dato atto a chi deteneva determinati assessorati o poteri ed ha saputo ascoltare la voce dei cittadini. Poi è ovvio, non tutto va in porto, non ogni parere è ascoltato, ma molto ha anche a che fare con la voglia del singolo consigliere di circoscrizione di portare avanti determinati progetti, di chiedere appuntamenti con assessori e di spendere il suo tempo. Se potesse essere meglio? Certamente: tutto potrebbe essere meglio.

Parliamo di soldi e di retribuzione: come funziona per quanto riguarda i consiglieri.

Beh, un consigliere prende un gettone di presenza ad ogni consiglio, che dura da pochissimo ad anche sei o sette ore. Tutto è proporzionato allo stipendio del Sindaco, tuttavia: tu non puoi guadagnare più di un terzo del tuo presidente di circoscrizione, che a sua volta non può guadagnare più di un terzo del Sindaco. Noi abbiamo avuto una riduzione dello stipendio avendo sforato nel 2012 il patto di stabilità. Di norma si svolge un consiglio a settimana.

Vorrei concludere con qualche esempio di eventi che ti hanno reso fiero in questi anni, per parlare bene.

Beh, sicuramente il fatto di essere il primo consigliere del centrosinistra come numero di atti presentati è un grande piacere personale. A me fa anche tanto piacere mantenere il contatto con il territorio. Nella mia circoscrizione, la 9, stanno avvenendo molti cambiamenti: grattacielo, metropolitana… ci sono anche situazioni difficili da affrontare, ma sono sicuro che in un futuro tutto questo poterà un certo lustro a tutto il territorio; dopo sette anni siamo riusciti a fare buone cose anche nell’ex villaggio olimpico, che da gennaio ha avuto attività notevoli. Paratissima è anche atterrata sul nostro territorio, e di ciò vado molto fiero. Anche la ristrutturazione dello Stadio Filadelfia è motivo di orgoglio.

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