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Come individuare un buon educatore visivo
Creato il 01 febbraio 2015 da Loredana De Michelis @loridemiEcco, non chi scrive sul proprio sito queste cose, per esempio.
Neppure chi si accanisce ferocemente contro l'oculistica tradizionale, o chi annuncia di poter guarire anche la cecità o il glaucoma: a parte l'ignoranza (come se la cecità fosse una malattia a sé stante e non la conseguenza di innumerevoli variabili), un atteggiamento totalitario, fuori dalle righe, assolutista e megalomane è quello che, in tutte le discipline, rende il "terapeuta" una persona pericolosa e più "malata" di coloro che pretende di guarire.
Lo sbaglio di molti pazienti è quello di cercare un "Guru" o una figura che abbia caratteristiche "di guida religiosa" piuttosto che credenziali di preparazione e intelligenza.
Un buon terapeuta, ascolta: non da ordini. Certo, ricevere ordini per molti è rassicurante. Ma nessun pecorone si è mai distinto per la sua eccezionale salute e il suo essere guarito miracolosamente.
C'è una verità da tenere presente: se ci fosse un'unica soluzione per risolvere un problema, nessuno al mondo ce l'avrebbe più, quel problema. Non lasciatevi imbrogliare da teorie complottistiche che sembrano dare ragione soltanto a una persona.
Può anche darsi che un'ambliopia svanisca davanti a un muro, ma questo non significa che tutti gli ambliopi posti davanti ad un muro guariranno. Se l'unica tecnica di guarigione proposta è quella del muro, solo perché ha forse funzionato una volta, non è il caso di fidarsi.
L'educatore visivo ideale è colui che personalizza le sedute in base alle caratteristiche dell'allievo. Un corso di gruppo può dare l'informazione generale e permette di provare gli esercizi, ma nelle sedute individuali, l'educatore deve sapere personalizzare moltissimo. Questo vale per qualunque altra forma di insegnamento o terapia.
La persona che ha una buona conoscenza di ciò che fa, non ha bisogno di distruggere l'immagine dei concorrenti, non si oppone platealmente a nessuna teoria diversa dalla sua, perché rimane sempre aperto a riformulare le sue teorie (che non sono appunto idee religiose, ma conoscenze dinamiche) e accetta l'idea di poter non sempre avere ragione. Di solito questa persona non conosce una sola teoria, ma ne conosce molte e da tutte attinge qualcosa all'occorrenza.
Non c'è quindi solo "il metodo Bates puro" o "soltanto questo e basta": chi di solito propone a chiunque la stessa tecnica, nasconde una profonda impreparazione.
Un buon educatore visivo NON dice MAI che il difetto visivo dipende da un problema mentale, perché questa è un'affermazione generica (quale sarebbe il disturbo mentale in questione?) FALSA e soprattutto accusatoria: dietro a questa dichiarazione c'è un assunto pericolosissimo: tu sei "anormale" e sei responsabile del tuo difetto visivo, ce l'hai per colpa tua. Questa predicato ne nasconde un altro ancora più pericoloso: se non guarisci, non è perché non puoi guarire o perché io terapeuta non ti ho aiutato nel modo giusto: è perché TU hai sbagliato, e soprattutto perché non vuoi guarire davvero.
Ho visto troppe persone, convinte di assurdità, macerarsi nei sensi di colpa cercando di capire "quale parte di sé" si opponeva alla guarigione: questo è un uso volgarizzato e criminale di teorie Freudiane ben più complicate e riferite ad altri contesti. Un educatore visivo non dovrebbe fare diagnosi psicologiche, neppure se è psicologo, come nel mio caso: sono due ambiti diversi. Tantomeno osservazioni morali sulla volontà o meno del paziente di guarire: nessuno ha diritto di giudicare.
Poiché tutti concordano nell'affermare che la tensione, muscolare e nervosa, contribuisce a peggiorare un po' tutto, compreso il difetto visivo, rivolgetevi ad un educatore che non vi mette a disagio e col quale riuscite ad instaurare un rapporto di fiducia, non di sudditanza. Gli effetti della sudditanza sembrano a volte essere miracolosi, grazie alla persuasione e al plagio, ma durano pochissimo e poi rischiano di rimbalzare indietro peggiorando le cose.
Soprattutto: un buon educatore visivo non dovrebbe rendervi odiosa tutta la categoria, togliendovi così l'opportunità di trovarne uno migliore: se il vostro difetto visivo non è migliorato, deve sapervi indicare altre possibili vie, poiché il suo lavoro è il vostro benessere, non la difesa delle sue credenze.
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