Il gatto di Jean-Paul Sartre assiste alla composizione
di L'essere e il nulla, lo sguardo fisso nel vuoto.
"Quando era studente di filosofia all'Università del Texas negli anni settanta, il co-fondatore di Whole Foods Market fu obbligato a leggere L'essere e il nulla, l'opera esistenzialista del pensatore francese. "C'era questo tomo massiccio, la grande opera, ed era noiosa, noiosa, noiosa... Una notte ho buttato il libro per terra e deciso che non avrei mai più letto un libro in vita mia che non volessi leggere".Anni fa mi capitò la stessa esperienza, quella di dover leggere L'essere e il nulla per superare un esame. Sono sicuro che lavorare in miniera è più faticoso, e pulire i cessi più umiliante, ma se ci limitiamo alle occupazioni intellettuali non credo vi possa capitare di peggio. Qualche ritratto felice di tipi umani che ogni tanto Sartre ha la bontà di infilare nel ragionamento non salva questo libro devastante. E' solo leggendolo che capite fino in fondo cosa gli esistenzialisti intendessero con "noia", "alienazione" e "nausea". Non sono diventato un imprenditore ma ricordo che anche per me quello fu il periodo in cui capii che non volevo più essere comandato e avevo bisogno di impadronirmi dei miei interessi.Nicola Misani su Twitter: Segui @nicolamisani
Decise che non avrebbe seguito altri corsi che non volesse seguire (si iscrisse a 120 ore di corsi opzionali, senza riuscire a conseguire la laurea) e alla fine arrivò a una conclusione: "Non farò mai più nulla nella mia vita... che non parli ai miei scopi"."