Magazine Cultura

“Come l’aria” – Melinda Nadj Abonji

Creato il 27 ottobre 2012 da Temperamente

“Come l’aria” – Melinda Nadj AbonjiAvvertenze prima dell'uso: non lasciarsi ingannare dal titolo poetico (e forse un po' melenso) del romanzo; cominciata la lettura, non confondere il monologo interiore con la prosa lirica, giacché Come l'aria è tutto fuorché un romanzo poetico. Al contrario, la poesia è scalzata dalla cruda realtà, la realtà di una famiglia piccolo borghese appartenente a una minoranza etnica ungherese residente in Jugoslavia ed emigrata in Svizzera alla ricerca di benessere economico.

Voce narrante - meglio "straripante" - è quella di Ildikò, la giovane figlia della famiglia Kocsis, che lascia l'università per aiutare i suoi a gestire la lussuosa caffetteria Mondial sul lago di Zurigo, ottenuta inaspettatamente. Ma la storia dei Kocsis raccontata da Ildikò non segue criteri cronologici o tematici; piuttosto, si svolge secondo il ritmo ingarbugliato del pensiero: motivo per cui ci si ritrova in mano dei pezzi di un puzzle che spetta al lettore incastrare per ottenerne un quadro completo ed esaustivo. Si passa così da ricordi dell'infanzia in Voivodina, a contatto con galline e maialini, alla tormentata storia con Dalibor, dalle visite ai parenti nella terra natale all'emigrazione di Ildikò e Nomi in Svizzera, dai segreti raccontati da Mamika al caffè servito al Mondial. Questa oscillazione continua e misteriosa è il vero punto di forza del libro di Melinda Nadj Abonji.

Come l'aria è molto più di un mero romanzo sulla difficile integrazione di un gruppo etnico in un'altra realtà culturale. È innanzitutto un pretesto per soffermarsi su temi difficili: i soprusi dei comunisti, la dissoluzione della Jugoslavia, la guerra nei Balcani, i complessi rapporti fra due fratelli: l'uno filoamericano, l'altro filocomunista. E, soprattutto, intende rappresentare l'assenza di radici di Ildikò e della sorella Nomi, non svizzere né jugoslave, non ungheresi né serbe, ma cittadine del mondo, senza una vera patria in cui rifugiarsi: non basta la più elegante caffetteria della città a cancellare dalla carta d'identità dei Kocsis l'appartenenza ungherese ( noi, che non siamo mai stati aggrediti fisicamente, ma offesi a parole, questo sì, Schissusländer! stranieri di merda!, l'attacco verbale più frequente [...] al Mondial nessuno ci ha mai chiamati Schissusländer, in genere i nostri clienti sono persone curate, portano scarpe pulite di buona fattura [...]; e non mi sono mai fermata a chiedermi sino in fondo cosa c'è di minaccioso in questa correttezza perbene che ordina un caffè).

La Abonji, al suo secondo romanzo dopo il felice In vetrina a primavera, riesce a rappresentare magnificamente il disagio di una famiglia più fortunata delle altre, ma incapace di non ripensare alle sue origini e alla sua storia, e quindi di vivere il proprio privilegio serenamente. Come l'aria, edito dai tipi di Voland, è un romanzo da leggere per comprendere sino in fondo i conflitti personali e storici di un'intera generazione in un periodo buio della "civilissima" Europa.

Angela Liuzzi

Melinda Nadj Abonji, Come l'aria, Voland, 251 pp., 14 euro


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazine