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Come leggere un racconto – Lezione Uno

Da Marcofre

Titolo strampalato a prima vista, per una serie di post che saranno il tentativo di mettere nero su bianco la lezione dei Maestri. In questo caso Raymond Carver e prossimamente (se ci riuscirò), Flannery O’Connor.

Per queste prime lezioni (scritte per me, se poi qualcuno ne ricaverà un vantaggio, buon per lui), userò “La casa di Chef” un racconto di Carver presente nel libro “Cattedrale”. È l’ideale perché molto breve. Inizia a pagina 31 per finire a pagina 36.
Questi post si svilupperanno per alcune settimane, ma ignoro quante.

Iniziamo dall’ovvio: per quale ragione il titolo è “Come leggere un racconto”, e non “Come scrivere un racconto”?
Perché su come si scrive un racconto tutti hanno detto la loro, e in modo autorevole. Su come si deve leggere invece, mi pare che non ci sia molto materiale in giro.

Come dice Stephen King: se vuoi scrivere devi leggere, leggere, leggere. Se si seguisse questa semplice regola in giro non ci sarebbe tanto ciarpame.
Ma come leggere? Esiste un modo per assimilare, che aiuti il principiante a capire? Credo di sì: occorre rileggere.

Lo scopo di questi post sarà questo: leggere, rileggere il racconto per riconoscerne le parti, il meccanismo che lo rende vivo, in grado di parlare al lettore a distanza di decenni. Le scelte dell’autore, magari immaginando cosa lo abbia spinto ad abbracciare una soluzione invece di un’altra, e perché sia meglio una invece dell’altra. Il tutto vagliato dal sottoscritto, e dalla sua esperienza da sottoscala.

Obiettivi ambiziosi come si vede, e non sono nemmeno certo di riuscire sul serio a farcela. Ma ho qualcosa da perdere? No.

Il solito avviso prima di concludere il post e ritrovarci la prossima settimana.

Qualunque lezione non deve insegnare cosa fare; piuttosto deve aiutare a riconoscere i trabocchetti, i pericoli che si nascondono. Ecco perché è indispensabile imparare a leggere un racconto.

Si crede che il romanzo sia difficile da scrivere, mentre un racconto sia robetta. Non mi sorprende: in un Paese come il nostro dove pochi leggono, ma tutti scrivono, è quasi naturale questo tipo di ragionamento. Nel paragrafo di un racconto c’è la medesima fatica di quella presente in un romanzo di 600 pagine.

La scrittura è un mestiere, e lo si impara sporcandosi le mani nella bottega dell’autore. Non è detto che dopo si riesca ad arrivare da qualche parte; ci vuole il talento. Per questo conviene prima di aprire la propria bottega, scoprire come lavorano i maestri. Potrebbe essere sorprendente…


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