Sui motivi della crisi si è discusso già abbastanza senza trovare soluzione. Allo stesso modo conviene allontanare questo film dall’ambiente che ne ha dato i natali, perché dal confronto con certe esibizioni sgangherate si finirebbe per scambiare l’eleganza della sua confezione con una sostanza praticamente inesistente. Di certo la Commedia Americana ha visto di peggio almeno sotto il profilo del casting, in passato punto di forza ed ora invece nota dolente di quella cinematografia, che almeno in questo caso ha saputo combinare il glamour degli interpreti con una predisposizione comprovata. Ma i meriti si fermano qui perché “Come lo sai?” non riesce a legare gli attori ad una storia che, nelle indecisioni sentimentali di Lisa, ex campionessa di softball divisa tra le attenzioni di un manager in crisi e le scempiaggini di un atleta di fama, spende le proprie cartucce in una montagna di parole. A prevalere è quasi sempre la sensazione di un esibizione personale, la dimostrazione esibita di un carattere divenuto un marchio di fabbrica. Il burbero di Jack Nicholson, la bella scontrosa di Resee Witherspoon, lo svagato sciupafemmine di Owen Wilson, ed anche la versione ragazzo della porta accanto interpretata da Paul Rudd rimangono ai margini di una sceneggiatura che, alla stregua della sua protagonista, non sa dove andare, indecisa sul peso specifico da assegnare alla compagine maschile, con la star del football così poco sviluppata in termini di scrittura, da risultare un opzione troppo risibile rispetto al manager in crisi lavorativa ed anche sentimentale; una scelta senza storia lasciata sospesa fino allo scontato finale con motivazioni che neanche l’impegno di un attrice in cerca di rilancio riesce a rendere se non credibili almeno interessanti. Ed è proprio nell’intervallo che divide la realtà dalla finzione, in quella spazio in cui il cuore si rifugia per riattivare le frequenze che il film fallisce il suo mandato. Le vicende dello schermo come quelle della vita possono anche dispiacere ma per essere ascoltate devono avere una scintilla. “Come lo sai” è un prisma opaco che non riesce mai a brillare.
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Sui motivi della crisi si è discusso già abbastanza senza trovare soluzione. Allo stesso modo conviene allontanare questo film dall’ambiente che ne ha dato i natali, perché dal confronto con certe esibizioni sgangherate si finirebbe per scambiare l’eleganza della sua confezione con una sostanza praticamente inesistente. Di certo la Commedia Americana ha visto di peggio almeno sotto il profilo del casting, in passato punto di forza ed ora invece nota dolente di quella cinematografia, che almeno in questo caso ha saputo combinare il glamour degli interpreti con una predisposizione comprovata. Ma i meriti si fermano qui perché “Come lo sai?” non riesce a legare gli attori ad una storia che, nelle indecisioni sentimentali di Lisa, ex campionessa di softball divisa tra le attenzioni di un manager in crisi e le scempiaggini di un atleta di fama, spende le proprie cartucce in una montagna di parole. A prevalere è quasi sempre la sensazione di un esibizione personale, la dimostrazione esibita di un carattere divenuto un marchio di fabbrica. Il burbero di Jack Nicholson, la bella scontrosa di Resee Witherspoon, lo svagato sciupafemmine di Owen Wilson, ed anche la versione ragazzo della porta accanto interpretata da Paul Rudd rimangono ai margini di una sceneggiatura che, alla stregua della sua protagonista, non sa dove andare, indecisa sul peso specifico da assegnare alla compagine maschile, con la star del football così poco sviluppata in termini di scrittura, da risultare un opzione troppo risibile rispetto al manager in crisi lavorativa ed anche sentimentale; una scelta senza storia lasciata sospesa fino allo scontato finale con motivazioni che neanche l’impegno di un attrice in cerca di rilancio riesce a rendere se non credibili almeno interessanti. Ed è proprio nell’intervallo che divide la realtà dalla finzione, in quella spazio in cui il cuore si rifugia per riattivare le frequenze che il film fallisce il suo mandato. Le vicende dello schermo come quelle della vita possono anche dispiacere ma per essere ascoltate devono avere una scintilla. “Come lo sai” è un prisma opaco che non riesce mai a brillare.
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