Come muta lo scenario della politica

Creato il 13 aprile 2012 da Fabio1983
Di questi tempi i sondaggi indicano una notevole propensione al non voto da parte dei cittadini. Leggendo i giornali non suonerebbe neppure troppo strano, viste le tante cronache giudiziarie che coinvolgono la politica e i casi à la Belsito (o Lusi, volendo). Guai però a ritenere quello attuale un processo nuovo. La transizione dipinta dalla presenza di un governo tecnico è, semmai, la punta di un iceberg bello grosso. E che va avanti da una decina di anni, almeno. A suggerirlo è Edoardo Novelli, professore di Comunicazione politica all’Università Roma Tre e autore di diversi volumi sul tema (tra cui La Turbopolitica, 2006, Rizzoli). “Tale fenomeno di crisi – afferma conversando con T-Mag – si manifesta ormai da dieci anni circa ed è dovuto da diversi fattori a partire dalle crisi delle ideologie, della partecipazione politica, della militanza. Di tutte quelle componenti, vale a dire, che hanno caratterizzato la Prima Repubblica”. “In questo momento – spiega Novelli – le forze che compongono la maggioranza sono costrette a sostenere un governo di tecnici, chiamati a loro volta a sostituire i partiti, questi ultimi la controparte l’uno dell’altro fino a pochi mesi fa. In un quadro del genere è inevitabile assistere alle difficoltà, anche comunicative, degli attori politici. Avere un ‘nemico’ appartiene alla narrazione della politica. Basti pensare alle contrapposizioni, spesso aspre, tra berlusconismo e Lega da una parte, ‘comunisti’ dall’altra. Ora siamo usciti da una fase conflittuale che era coincisa con la commistione di più elementi sul piano etico e morale, penso ad esempio allo scandalo Ruby, le cui vicende giudiziarie che coinvolgevano il premier hanno di fatto condizionato l’agenda del governo. Ciò ha provocato una situazione di emergenza, conclusa in modo brusco come sappiamo”.
(continua su T-Mag)

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