Mentre il settore carne è in crisi profonda, quello dei salumi si dimostra il segmento trainante, vuoi per l’utilizzazione come pasti veloci, aperitivi e finger food, vuoi per l’idea di tipicità, i numeri in Italia sono impressionanti: 2.150 aziende (di cui oltre la metà di tipo artigianale); 32.200 addetti; nel 2008 l’attivo commerciale (dati ASSICA 2009), infatti, ha registrato un ulteriore, pur se leggero, miglioramento, passando da 679 a 682 milioni di euro (+0,5%). Le vendite sul mercato interno sono salite dell’1%. Il 40% circa del fatturato del settore è realizzato da prodotti tipici certificati e biologici; i salumi rappresentano, in valore, ancora il 40% del mercato totale dei prodotti tipici certificati. Per realizzare un prodotto artigianale ed un laboratorio a norma che lavori quei 10 / 50 quintali di carne a settimana, si può spendere tra i 50 mila e i 100 mila euro, comprese attrezzature per la lavorazione e il confezionamento, celle e adeguamento della struttura. Il diagramma produttivo dei salumi è tradizionale e, nello stesso tempo, complesso, contemplando molte operazioni specifiche, legate ad una attività “manuale” ed a condizioni operative peculiari. Nella lavorazione delle carni è fondamentale preservare la qualità igienica: le carni possono contaminarsi con materiale intestinale dell’animale. Per risolvere questo problema o per ridurre al minimo il rischio, si deve agire sull’igiene della macellazione e su quella delle successive fasi di lavorazione, refrigerazione e trasporto. Non ultimo, deve esserci un attento controllo della temperatura, in modo che le carni non superino mai i valori di refrigerazione (0/+4°C), per frenare lo sviluppo microbico; utilizzare budelli salinati, spezie ed aromi di ottima qualità. Vediamo nello specifico le varie fasi di lavorazioni e le tecnologie occorrenti.
PREPARAZIONE
La preparazione degli impasti prevede la triturazione delle materie prime, la miscelazione con gli altri ingredienti e gli additivi tipici di ciascun salame e il rimescolamento (impastatura) per rendere più omogenea possibile la composizione dell’impasto finale. La triturazione viene eseguita in modo differente: per la produzione dei salami a grana media


STAGIONATURA

• garantiscono decorsi fermentativi più regolari;
• determinano più efficacemente la riduzione e la progressiva scomparsa dei microrganismi indesiderati;
• Alcune producono batteriocine (conservativi naturali);
• possono ridurre i tempi di stagionatura;
• consentono produzioni qualitativamente più costanti.
Associando al trattamento refrigerante la modifica della composizione chimica dell’atmosfera che circonda l’alimento si può prolungare notevolmente la vita dei prodotti direttamente nelle confezioni che verranno vendute al consumatore.
• Si può escludere l’aria, ovvero l’ossigeno (O2), per il controllo dei microrganismi aerobi (confezionamento sotto vuoto, cottura sous vide);
• Si può aggiungere aria (O2) per il controllo dei microrganismi anaerobi;
• Si può aggiungere anidride carbonica (CO2) , o aggiungere azoto (N2), per ritardare lo sviluppo di microrganismi e rallentare le attività ossidative (atmosfere modificate).
La busta salvafreschezza, per esempio, assicura protezione fisica e igienica agli alimenti e non comporta l’impiego di macchinari. Il sistema di confezionamento concepito riduce del 50% il numero di imballaggi impiegati in ogni reparto: bastano infatti solamente il foglietto in PPL e la busta salvafreschezza per confezionare fino a 500 g di prodotto. Oppure ci sono i contenitori rigidi barriera – Slicepack con supporto in materiale espanso –EVOH- con proprietà barriera, sigillato in atmosfera modificata, e film barriera, termoretraibile, stampato, che garantisce una conservabilità prolungata.
Nota: le macchine e gli impianti proposti nell’articolo sono dimostrativi e rappresentano macchine e attrezzature di costruttori da noi consigliati.
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