Quest’andirivieni con Londra mi sta costando più di un pezzo di rene sul mercato nero degli organi e indubbiamente mi sento fortunata a visitarne un pezzetto nuovo ad ogni viaggio tuttavia, quelle 30 ore che passo a Londra ormai mi stanno costando come pagare a rate una Peekaboo di Fendi. Senza alla fine avere una Peekaboo di Fendi. A gennaio ci passerò qualche giorno di più e conto di sfidare il freddo e fare un po’ più la turista per poter scrivere una bella guida Cazzofaccio Londra come in tante mi avete chiesto.
Ma parlando di cose più serie: ho pochi soldi e il mio sogno sempre poco celato di diventare la brand ambassador di Victoria Beckham è sempre più difficile da realizzare, soprattutto D O V E N D O accontentarmi di quello che ho nell’armadio e di pochi e misurati nuovi ingressi nel guardaroba. La scorsa settimana, in un impeto di autocelebrazione, mi sono fatta una foto ogni mattina prima di uscire. La verità è che la foto me la faccio comunque per mandarla al mio fidanzato: faccio questo meraviglioso assist alla Pirlo regalandogli l’occasione di dirmi che sono bellissima e sto benissimo come se vivessimo ancora insieme. Ho fatto le foto perché mi sono resa conto che, guardando il mio Instagram, alla fine i pezzi che girano sono sempre gli stessi, come se facessi il gioco delle tre carte con sempre le solite cose. Maglietta a righe? Check. Pullover blu? Check. Gonna viola? Check. Collana di Marni? Check.
Quindi cosa fare se non si hanno soldi e si vuole comunque rinfrescare l’armadio? Maglia Sandro, Cintura Miu Miu, Gonna Zara, Stivaletti Prada, Collane tutte di mia madre
Da qualche tempo la cintura in vita è diventata un accessorio imprescindibile. Benedico quel momento di infinita saggezza in cui, l’anno scorso, in un outlet Prada ho deciso di fare l’acquisto che mi avrebbe poi svoltato l’armadio. Cappotti, abiti, gonne, pantaloni e culottes a vita alta: con una cintura TUTTO sembra più nuovo e, contrariamente a quanto credevo prima, indossare la cintura in vita non attira l’attenzione sulla pancia (che ho sempre odiato, sarà per quello che mi sono sempre sfondata di addominali) ma aiuta a spezzare il look, valorizzando il decolleté (per chi ce l’ha), sottolineando le curve (ciao Kim, dico a te).
Pullover Zara, Cintura Miu Miu, Gonna Other Stories, Stivaletti Zara, Trench Burberry
Dopo il freddo becco che mi sono presa lunedì con la sola maglietta di lino, martedì ho scelto la più sicura via del pulloverino di cachemire sottile di Zara (è dell’anno scorso, pregate con me che il signor Zara lo rimetta in collezione) e della solita gonna Other Stories.
Di nuovo, la cintura mi ha salvato il look e siamo tutti d’accordo nel dire che quegli stivaletti di Zara lì hanno un po’ stufato ma sono lievemente a punta (dalle foto sembra che abbia delle pinne al posto dei piedi, il che è parzialmente vero, ma non quanto sembra dalle immagini) come vuole la moda quest’anno (questo non esclude che appena riesco mi faccia “regalare” gli stivaletti che MI SERVONO) e per il momento sopravvivono felici a quest’autunno 2014. La gonna è bordeaux/viola e sarei felice di renderla più 2014 di così trovando un pulloverino uguale a questo ma di colore grigio, oppure rosa o cammello.Maglia Cos, Pantaloni Pinko, Mocassini Miu Miu, Collana J.Crew
Mercoledì ho sentito che dovevo rendere omaggio all’altra mia musa ispiratrice: ho guardato il santino di Jenna Lyons e ho capito che dovevo fare qualcosa. Jenna saggiamente dice che “leopard is a neutral” e io le do pienamente ragione. La stampa leopardo, contrariamente a quanto Roberto Cavalli ci ha fatto credere, non è solo per cougar e MILF ma anzi, si abbina praticamente con T U T T O: con i colori pastello, con i colori decisi e, infine, anche con le altre stampe. Questo look è un po’ come giocare con il fuoco: tre diverse stampe e in più, per non farsi mancare nulla, pure una collana importante. Il tutto sembra rischioso ma alla fine rimane omogeneo nel suo essere sfrontato e finalmente, nemmeno poi così bizzarro. La stampa del maglione è rossa e bianca ma il pattern è visibile quasi solo da vicino, così come il pied de poule del pantalone è tono su tono. I mocassini leopardo, poi, sono stati una scelta obbligata per il tipo di pantalone (con il pantalone alla caviglia –così morbido- niente stivaletti). Sempre sul tema dell’abbinamento di diverse stampe ecco un altro esempio: è possibile abbinare righe e quadretti senza rischiare di sembrare un quaderno!
Maglia Zara, Jeans Maje, Stivaletti Zara
Infine venerdì: da circa un mese e mezzo ogni venerdì vado in trasferta di lavoro a Bologna e quindi devo trovarmi qualcosa da mettere che sia comodo a sufficienza per andare su e giù dai treni, comodo a sufficienza per correre (ogni settimana, cascasse il mondo, faccio di quelle volate per prendere il treno che manco un keniota sulla linea del traguardo della maratona) e carino a sufficienza perché è pur sempre una trasferta!
Quel venerdì avevo proprio zero voglia di sbattermi per trovare qualcosa da mettere e quindi soliti jeans, solito pullover (rinnoviamo la nostra preghiera a Zara affinché lo rimetta in produzione, signor Ortega faccia del suo meglio, grazie ciao) e soliti stivaletti.Insomma la settimana è finita e un’altra sta per ricominciare e allora: qualcosa per martedì che mi faccia arrivare fino a sera seria a sufficienza che devo andare ad un workshop, qualcosa per mercoledì che non si stropicci troppo nel borsone perché ci sono gli allenamenti dei cityrunners in Sempione e devo cambiarmi in ufficio (e la walk of shame vestita da runner in uscita dal lavoro? Parliamone), qualcosa per giovedì per andare in palestra e non sembrare Quella Fighetta che Lavora nella Moda e infine qualcosa per venerdì per andare in ufficio e finire la giornata, finalmente, a Londra…