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Come scrivere – bilancio finale

Da Marcofre

Ho terminato di leggere il libro “Come scrivere” (Zelig Editore).
Come avevo già scritto in passato, ne vale la pena. Peccato che sul sito dell’editore non ci si traccia alcuna del libro (ormai esaurito, immagino), e sia presente solo nei magazzini dei distributori.

Altro limite: c’è un capitoletto dedicato alla scrittura e la Rete, ma essendo l’opera degli anni ’90 (1999 per l’esattezza), ormai è quasi inutile.

Non è una guida per imparare a scrivere; se uno si aspetta delle indicazioni puntuali su questo, è un acquisto inutile. La mia opinione: qualunque testo pretenda di fare qualcosa del genere è da evitare come la peste.
Credo piuttosto che il suo fine sia spiegare la mente che occorre avere per affrontare la pagina scritta.

Non è sufficiente mettersi davanti al computer, o alla macchina per scrivere, e pestare i tasti.
No, nemmeno avere avuto ottimi voti di italiano è prova di talento, o capacità. E allora, che cosa?

Il libro non offre una risposta davvero soddisfacente, ed è giusto che sia così. In un certo senso, si congeda dal lettore con un interrogativo.
Verso la fine infatti, è presente un intervento di Antonio Franchini, che attualmente dovrebbe essere editor di Mondadori. E domanda: perché scrivere quando leggere è meno dispendioso e faticoso?
Che cosa scrivo a fare?

Già. Tu perché lo fai?


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