I sistemi per pubblicare articoli molto letti sono tanti, e in fondo semplici.
Se siete dei polemisti appassionati, vi basterà attaccare qualcosa o qualcuno: il vostro post verrà rapidamente rimbalzato sui social network e attirerete un sacco di gente propensa a leggervi e a insultarvi. Questo non spaventa il vero polemista, che di solito vive di flame e se li gode.
C’è poi il gradino inferiore, quello della provocazione. Provate a scrivere un post che mette in dubbio, senza attacchi frontali, ma con molto sarcasmo, qualcosa che piace molto alla massa. Criticate Papa Francesco, Ligabue, la dieta mediterranea, Benigni, la festa della mamma. Vedrete che boom di visite al vostro blog.
Ci sono anche i trucchi positivi, per ottenere i record di “ascolti”. Chiedere l’intervento diretto dei lettori funziona sempre. Scrivete un articolo di 150 parole, che termina con un quesito semplice: meglio la Coca Cola o la Fanta? Tette o culo? Uomo barbuto o uomo glabro?
Sarà l’apoteosi.
Altri suggerimenti: parlate di cibo. La gente ama cianciare di cucina.
Parlate di film, soprattutto di quelli che non vi sono piaciuti. Idem coi libri e con le trasmissioni televisive.
Parlate di politica, se proprio non potete farne a meno. O di calcio. Oppure parlate di calcio, dicendo che vi fa schifo. Di solito è uno specchietto per le allodole tra i più efficaci.
Ecco, questi sono dei metodi abbastanza immediati per costruire un blog con molte visite, senza ricorrere a cose ancora più immediate (donne nude e concorsi premio, per esempio).
Ok, ma in tutto questo i contenuti dove stanno?
Ah, no, ditemelo voi, perché io non lo so più.
Vedo un proliferare di articoli dei generi appena elencati. Peggio ancora: vedo blog che si reggono interamente su strategie del genere. Per arrivare dove? A molte visite. E che se ne fanno? Chi lo sa. Qualcuno monetizza, ma quelli che ci riescono sono comunque pochi. In generale il blogger “piacione” si accontenta di vedere un counter che macina numeri. Il che lo fa entrare sempre più nella spirale: post brevi e artefatti, pochi contenuti.
Ma è obbligatorio comunicare qualcosa? Si deve per forza fare cultura?
Per carità, no. Di obbligatorio, nella vita, c’è solo la morte.
Però credo che un buon blogger dovrebbe proporre delle tematiche, dei pareri, degli spunti di riflessioni reali, e non solo sondaggi fittizi o polemiche costruite sul nulla.
Il pubblico è tuttavia ricettivo a questo secondo genere di articoli. Logico: da dove nascono le visite, se non dal pubblico medesimo?
Quindi il grosso problema è uno soltanto: il blogger diventa spesso schiavo dei suoi lettori.
Problema che si estende a tutti i campi della comunicazione, dai social network agli Youtubers.
Il risultato è un progressivo, anche se lento, impoverimento delle discussioni civili e costruttive.
A voi piace, questa prospettiva?
- – -
(A.G. – Follow me on Twitter)