Ancora una volta, il titolo del post è un trappolone cosmico per ingannare il motore di ricerca e portare milioni di visitatori su questo blog. In realtà, la scrittura di un racconto efficace è un’impresa titanica, che non può essere spiegata dicendo: “Fai così”, oppure “Scrivi cosà”.
Queste sono sciocchezze, e purtroppo bisogna riconoscere che il Web le amplifica, fino a farle apparire come verità.
Di efficacia ho già parlato in un post precedente, e qui cercherò di alzare ancora l’asticella. Niente ricette, trucchi o altre scempiaggini di questo genere.
Prima di tutto perché non ne conosco; e poi perché non credo che esistano.
Tutto inutile quindi? Al contrario. Flannery O’Connor (o forse era Raymond Carver?), affermava che l’unica cosa che si può insegnare nella scrittura, è quello che NON si deve fare. Sembra robetta, ma non lo è per nulla, anzi.
L’efficacia, per prima cosa, non si raggiunge con il numero di copie vendute. Non sono il tipo da credere che il successo sia il male assoluto (Dumas vedeva a carrettate); di sicuro ho imparato che un’opera accolta da scarsa considerazione (come il Moby Dick di Melville), deflagra il suo potenziale anni dopo.
Ma come scrivere un racconto efficace? Provo a indicare alcuni spunti di riflessione.
- Non affidarti troppo all’esperienza. Molte persone credono di avere vissuto esperienze uniche e indimenticabili; magari. La realtà è che dopo Omero, è arduo scrivere qualcosa di unico e/o indimenticabile. Non è un problema, bensì una sfida: affronta il tema (guerra, pace, ingiustizie), con un linguaggio capace di produrre in chi legge sorpresa e interesse. Usa la tua esperienza solo come cornice: hai fatto l’operaio in un’officina? D’accordo, parlane ma nessuno desidera conoscere per filo e per segno il nome di tutti gli utensili, e neppure sorbirsi le tue idee sull’ingiustizia di certi lavori. Un racconto o un romanzo non sono saggistica.
- Non temere di pretendere di più dal lettore. Spesso, si ha a che fare con una scrittura impeccabile ma afona, e con storie ovvie. Si dice che occorra agire in questo modo per incontrare l’approvazione del lettore. Ma per te il libro che cosa rappresenta: è un prodotto o un bene? Nel primo caso, continua pure a considerare chi legge come un cliente, invece che una persona. Nel secondo, non sottrarti al rischio di proporre temi e scrittura ambiziosi. Non per il gusto di scrivere in maniera oscura; bensì con l’intento di trovare al termine della lettura, un lettore differente. Perché gli avrai mostrato orizzonti che non immaginava neppure esistessero, e forse desidererà farne parte in qualche modo.
- Non avere fretta. La parola migliore nasce dal silenzio e dalla calma.
- Non temere l’arte. Una delle grandi truffe è far credere che l’arte sia roba per palati fini e che TU non sei in grado di apprezzarla. In questo modo, ti fanno ingurgitare spazzatura liofilizzata, invitandoti a non cercare mai niente di meglio. Chi scrive, deve solo pensare al meglio, ad alzare l’asticella. A osare. Perciò, sii un artista, imponi a te stesso di diventarlo a dispetto di quanto senti in giro.