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Come si fa?

Da Lanterna

Badate bene che la domanda del titolo non è né polemica né retorica, mi interessa davvero sapere come fate voi che lo fate.
Che cosa?, direte voi. Andiamo con ordine.
Daniela si chiede come fanno le famiglie di homeschooler full time a far quadrare tutto: figli, soldi, tempo, eccetera. Le rispondono in molte, ed è bello che lo facciano con serenità e senso pratico.
Io vado oltre. Non lo chiedo solo alle homeschooler, lo chiedo a tutte quelle persone che fanno le casalinghe: donne, quasi esclusivamente, anche se il mio sogno sarebbe che passasse di qui un casalingo.
Ripeto, non lo faccio con intento polemico. È che proprio io ce la farei solo in determinate situazioni di strasicurezza, tipo se mio marito fosse statale (ma con uno stipendio buono, non a 1000 euro al mese come me) e se fosse un immortale (possibilmente non succhiasangue: sono già anemica di mio, grazie).
Sì, so che, alla luce dei miei commenti qui, potrebbe sembrare che io non sia così desiderosa di lavorare. La verità è che non lo desidero affatto, ma senza lavoro niente stipendio e al mio stipendio non rinuncerei mai, fosse anche solo per scaramanzia.
Oltretutto, al di là di tutte le belle parole sullo stare con i bambini forever and ever, rinuncerei a un lavoro che non mi entusiasma ma che ha lati positivi (e margini di miglioramento di carriera e mansioni, un domani) per svolgerne uno estremamente pesante, noioso, ripetitivo e alienante: come potrei pensare di dividermi i compiti domestici con mio marito, se facessi la casalinga? Ora non gli porto a casa le pratiche del lavoro, sono io quella pagata per svolgerlo.
Mi si può dire: eh, ma stare a casa a fare la casalinga non significa solo questo, c'è il contatto con i bambini. Sì, ma per quanto tempo? Io non me la sono mai sentita di fare la homeschooler e di sostituirmi alla scuola dell'obbligo, e qui le classi di 24 ore settimanali non le chiede nessuno, tocca ricadere nelle 40: il massimo che posso fare è chiedere un part time all'80% per cercare di non usufruire di pre e post scuola. Se fossi a casa, avrei ampi spazi di tempo durante i quali non potrei sottrarmi alle pulizie e al riordino che la mia casa necessita, come invece faccio ora con la nota tecnica dello scaricabarile. Mi toccherebbe pure infrangere un tabù della mia religione e riprendere a stirare.
Oltretutto, mi ha colpita la frase di una delle commentatrici: mi occupo del budget di spesa, mentre mio marito si occupa delle entrate. Ecco, a me questa cosa metterebbe un'ansia pazzesca: essere io l'unica responsabile di una qualsiasi cosa necessaria alla vita (es. allattamento, soldi) mi schiaccia. Preferisco che le responsabilità siano condivise, per non sentirmi indispensabile. E questo lo dico mettendomi nei panni sia di chi gestisce le uscite sia di chi procura le entrate, non crediate.
Non credo inoltre che sarei serena nel rapporto con un marito che porta su di sé il peso del procacciatore di cibo: mi sentirei in colpa ogni volta che lui mette su una pentola d'acqua o aiuta a sparecchiare, nella migliore delle ipotesi lo ridurrei a un principino viziato. E come ne uscirebbe la mia immagine con i miei figli? Come interpreterebbero i ruoli di genere? Come convincerei mio figlio maschio a contribuire in casa e a considerare la parità?
E che cosa succederebbe se mio marito perdesse il lavoro? Qualche anno fa, l'azienda di mio padre ha chiuso, i creditori ci hanno lasciato le mutande per pudore ma gli avvocati pudore non ne hanno: come avrebbero tirato avanti i miei senza lo stipendio di mia madre?
Dall'altro lato, se mio marito si trovasse senza lavoro e decidessimo che va bene così, che ce la facciamo, mi darebbe fastidio mantenere un casalingo? Credo che non me ne darebbe assolutamente, anzi, magari ne sarei anche contenta.
Insomma, le mie idee sulla questione sono confuse. Raccontatemi come fate voi, se vi va, ditemi se vi siete fatte tutte le menate di cui sopra e come le avete risolte. Ah, e fatemi una piccola gentilezza: non vergognatevi a dire che siete ricchi di famiglia, se lo siete. Non è una colpa, ma lo è fingere di non esserlo, alla faccia di quelli che si buttano senza paracadute tutti i giorni.


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