Come si proteggono le opere d'arte dai terremoti?

Mentre l'Emilia viene devastata dai terremoti, torna d'obbligo una riflessione sui sistemi antisismici nei musei. Una premessa: la protezione della vita umana prescinde quella dell'opera d'arte più importante.
Dando per scontato che i musei siano già pronti al worst-case scenario - la situazione peggiore possibile - con piani d'evacuazione, personale preparato e tutto ciò che la legge prescrive, proviamo a considerare le tecniche con cui oggi si proteggono i reperti custoditi nei musei.
Tra i migliori esempi quello del Getty Museum, che ha infatti sede in un territorio ad alto rischio sismico, la California. La condizione migliore valutata dai tecnici statunitensi è una base isolata dal pavimento, composta da tre livelli che permettono di assorbire l'onda d'urto e lasciar scorrere la base coerentemente con le scosse. In Italia il tema è studiato da tempo, ed esistono progetti a riguardo, come il Programma Museum dell'ENEA.
Ma, incredibilmente, sono poche le opere esposte nei musei ad essere state isolate sismicamente (questo è un buon riassunto sull'argomento): i Bronzi di Riace, il David di Michelangelo, la statua dell'imperatore Germanico a Perugia, il Satiro Danzante a Mazara del Vallo. A quanto si riesce a scoprire dall'Ufficio Studi del Ministero, non esistono cataloghi aggiornati né pubblicazioni sulla vulnerabilità sismica delle esposizioni. Resta poi il nodo della sicurezza degli edifici museali, molto spesso strutture antiche giustamente impiegate per le esposizioni. Non si conoscono misure di sicurezza, piani di gestione, strutture di rilevamento del rischio: intanto oggi i musei di Modena sono stati chiusi al pubblico per alcuni giorni, in attesa di verifiche.
L'esperienza del nostro paese su questi temi è, sfortunatamente, lunga e ormai documentata. Eppure c'è ancora chi crede che i terremoti siano prevedibili. Perché è più facile sperare che sia qualcuno a dirci quando e come si verificherà un sisma, mentre è più difficile prepararsi per ogni evenienza.