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Il Louvre non è più (solo) a Parigi

Creato il 29 marzo 2013 da Archeologo @archeologo
Il Louvre non è più (solo) a Parigi Il 12 dicembre dello scorso anno il Louvre ha aperto una nuova sede. Non nella maestosa capitale, che da oltre due secoli ospita il museo con più visitatori al mondo, ma in una cittadina di neanche 40mila abitanti nel nord del paese, poco distante dal confine col Belgio. Nel 2004 il primo ministro Raffarin scelse la città di Lens per ospitare la prima sede distaccata del Louvre, un "pari insensé" (una scommessa folle) costata 150 milioni di euro e progettata da uno studio giapponese di architettura. Il museo si è insediato dove prima veniva estratto carbone, e conta di attirare diversi milioni di visitatori
Immerso in un vasto prato e accompagnato da un auditorium e diversi locali per altre attività, la struttura ospiterà centinaia di opere provenienti dal Louvre originale ma avrà molti spazi per esposizioni temporanee. L'idea non è nuova: il museo Gugghenaim fu tra i primi grandi musei ad aprire filiali lontane dalla sede d'origine, il cui esempio più riuscito è senza dubbio la galleria di Bilbao
Il Louvre non è più (solo) a Parigi Ma la svolta vera è propria è arrivata nel 2007, quando il governo francese ha annunciato l'apertura di una nuova ala del Louvre ad Abu Dhabi, capitale degli Emirati Arabi Uniti: entro i prossimi tre anni aprirà un'ulteriore sezione del museo francese più celebre al mondo. In preparazione dell'evento si stanno già tenendo mostre e conferenze di rilevanza internazionale. Anche qui il progetto è costato oltre 100 milioni di euro, ma – fatto ancora più eclatante – l'emirato ha pagato più di mezzo miliardo di dollari per poter avere associato il nome del museo al proprio paese. Alle critiche che le sono state rivolte per l'uso quasi commerciale di un marchio culturale secolare, la direttrice Henri Loyrette ha affermato che è una pratica comune e che non è possibile ignorare l'internazionalizzazione dei musei
La Francia ha dunque mostrato in più occasioni di avere senso degli affari (il fatturato dei servizi aggiuntivi del Louvre supera il totale di tutti i musei statali italiani), e ha saputo rinunciare al suo celebre orgoglio per scontrarsi con la realtà dei fatti: la crisi economica impone di cambiare la nostra stessa immagine delle istituzioni culturali. Inoltre è di pochi giorni fa la notizia che la società italiana Best Company ha vinto il bando del Louvre per la gestione delle biglietterie, che partirà dall'autunno di questo anno: dunque l'Italia ha il potenziale professionale per ottimi risultati commerciali. Certo bisognerà attendere alcuni anni per capire se sarà questa una delle strade da percorrere nel futuro della cultura. Ma difficilmente potrà essere peggio dell'immobilismo italiano.

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