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Come sta cambiando il nostro rapporto con il tempo e la natura?

Creato il 10 febbraio 2011 da Thunderstorm
Come sta cambiando il nostro rapporto con il tempo e la natura?
Ancona, 14 dicembre 2010. Dopo giorni che si andava ribadendo la concreta possibilità di neve fino in pianura, dopo un avviso di condizioni meto avverse emesso il giorno precedente e dopo vari collegamenti e articoli sui principali media regionali, in città si scatena l'apocalisse. Una nevicata piuttosto intensa, che ha ricoperto tutto con un manto bianco di una decina di cm, ha letteralmente mandato in tilt un'intera città: macchine bloccate, quelle senza catene o gomme termiche messe di traverso lungo le strade, ore e ore per percorrere pochissimi km e gruppi di persone che, pur di rientrare a casa, lasciavano i loro mezzi e si avviavano a piedi. 
Si potrebbe obbiettare che è stato il caso isolato di una città costiera, ma due o tre giorni dopo le stesse scene si ripetono dall'altra parte dell'Appennino, in modo particolare a Firenze. 

Probabilmente i piani di protezione civile non hanno funzionato, magari la chiusura contemporanea dell'autostrada potrebbe aver aggravato la già compromessa situazione, ma non è questo il punto: il dato secondo me più significativo sta nel fatto che moltissime persone, in barba alle previsioni del tempo, hanno deciso di mettersi comunque in marcia senza gomme termiche o senza catene a bordo (e purtoppo il solo fatto di averle a bordo non significa saperle montare...).

Mi viene da chiedere quale sia il rapporto della gente comune con le previsioni meteo: negli ultimi anni sono stati fatti dei passi importanti, soprattutto in termini di affidabilità per quanto riguarda i primi giorni di previsione. E' vero, non è ancora possibile scendere molto nel dettaglio, sia a livello spaziale che a livello di scadenze temporali, ed è vero anche che l'eccesso di prudenza può portare a volte a sovrastimare i fenomeni, soprattutto se, come accade in protezione civile, la previsione implica delle azioni che potrebbero salvaguardare i beni e le persone.  
Ma basterebbe soltanto scomodare la propria climatologia personale per rendersi conto che, per esempio ad Ancona, alcuni episodi di neve si sono comunque verificati negli ultimi anni, e seppure  poco frequenti e di breve durata, hanno quasi sempre creato questo tipo di problemi. Nonostante non si stia parlando di zone montane, dove la gente è abituata a queste cose, la sola personale conoscenza del clima ci dovrebbe guidare nell'adottare comportamenti corretti. Mi raccontava spesso mio nonno che in queste stesse zone, in passato, le nevicate erano molto più abbondanti e diffuse, e se non era possibile muoversi si stava semplicemente a casa, ma al giorno d'oggi i ritmi sono talmente frenetici che non è più possibile permettersi una cosa del genere.
A maggior ragione, quindi, tutto questo dovrebbe portarci a non abbassare la guardia e a sfruttare a nostro vantaggio le sempre più precise ed indispensabili informazioni meteorologiche  e, più in generale, scientifiche. Che l'overdose di meteo sui vari mezzi di comunicazione stia ottenendo l'effetto contrario? Che la sempre più imperante superficialità nel trattare il meteo da parte delle tv (tranne le rubriche dedicate in rete) stia avendo l'effetto di non farci più riflettere su questi aspetti? Che i cambiamenti sociali, scientifici e tecnologici ci stiano facendo credere di essere oramai immuni dai fenomeni naturali, e dagli innumerevoli e vari aspetti della natura? 
Solo che a volte la natura giustamente se ne frega, rimettendoci al nostro posto e a nostre spese. Cosa ne pensate?

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