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Come ti educo il marmocchio

Creato il 14 gennaio 2011 da Dragor

Bebe+pleure  PER EDUCARE I BAMBINI ho sempre creduto nel sistema anglo-rwandese, vale a dire il mio. Con mia figlia ha dato ottimi risultati, visto che da piccola, fin dal primo minuto della sua esistenza, non ha mai disturbato di notte. Durante tutta l’infanzia di mia figlia ho parlato con genitori dai volti pallidi e gli occhi pesti a causa delle notti in bianco passate a passeggiare con il pupo in braccio che strillava come un maiale sgozzato. “E tua figlia?” chiedevano. “Mia figlia dorme come un angioletto per tutta la notte e si sveglia soltanto il mattino seguente. “ No!” “Si,  se volessimo, potremmo anche uscire senza bisogno della babysitter.“ Naturalmente vorrete sapere come ho fatto a ottenere questo miracolo. Prima di tutto non si tratta di un miracolo, il sistema può funzionare con qualunque bambino.

   PRIMA FASE: Metodo inglese. Il bambino non dev’essere messo al centro dell’attenzione come fanno i latinos, che ruotano intorno a lui 24 ore su 24 finendo per trasformarlo in un piccolo macho urlante (prologo al grosso macho urlante), ma dev’essere un membro della famiglia come gli altri e avere soltanto l’attenzione necessaria. E’ indispensabile che abbia una camera indipendente. Quando i suoi bisogni fisici e affettivi sono soddisfatti, strilla solamente per avere un supplemento di attenzione. Si diverte. Lo strillo lo fa sentire onnipotente, perché fa muovere una quantità di buffa gente che si affolla intorno a lui e fa  ridicole smorfie. Ma se vede che lo strillo non paga, smette subito di strillare. Anzi, non comincia nemmeno. I bambini sono meno stupidi di quanto crediamo.

  SECONDA FASE: metodo rwandese. E’ molto simile al metodo inglese, ma si differenzia per il contatto madre-figlio. Infatti una madre rwandese infagotta il figlio nel pagne e se lo appende alla schiena. Questa tecnica ha il merito di eliminare totalmente gli strilli. Appeso alla schiena e cullato dai movimenti della madre (che fa la sua vita come se niente fosse) il marmocchio non pensa nemmeno a strillare. Si comporta più o meno come il feto nel ventre materno. Si è mai visto un feto che strilla? Nemmeno i canguri nel marsupio strillano. Il contatto continuato con il corpo materno non soltanto elimina gli strilli ma li previene. Quando viene deposto nella culla, il bambino è calmo e dorme senza problemi.

  SCRIVO TUTTO QUESTO perché una cinese, Amy Chua, pretende di educare i bambini meglio di me. Figuratevi che ha scritto sul Wall Street Journal un saggio intitolato “Perché le madri cinesi sono superiori”, l’articolo più letto del sito ondine che sta spopolando anche su FB. Questa professoressa cita i prodigi degli studenti cinesi negli ultimi test Pisa, nella matematica, nella musica.  Secondo lei il segreto di questi successi è il metodo educativo delle madri cinesi.

  UN METODO FONDATO sulla coercizione. La madre cinese obbliga il marmocchio a studiare e gli proibisce di divertirsi. Se non obbedisce, lo insulta e lo punisce. Se la  figlia di Amy non impara la sonata di Beethoven la mamma le fa a pezzi la bambola preferita. Se prende brutti voti a scuola lo chiama pigra, smidollata, codarda, patetica. Secondo lei, permettere al marmocchio di arrendersi davanti a un ostacolo nuoce all’autostima. Il bambino sarà fiero di se stesso soltanto se lo avrà superato.

  NO, CARA AMY,  tutto questo è sbagliato. Un bambino non va terrorizzato, anche se con il terrore si possono ottenere certi risultati. Chi lo risarcisce per tutto il tempo che passa a soffrire sentendosi disprezzato dalla madre? Un bambino non va costretto, va  motivato come ho fatto con mia figlia fin dai suoi primi anni di vita, dividendo con lei l’amore per la cultura, la musica, l’arte. Non mi è costato niente. Anzi, mi sono divertito. In seguito non ho più avuto bisogno di alzare un dito perché si è disciplinata da sola ed è diventata naturalmente competitiva. Ha voluto eccellere a scuola, ha chiesto di studiare musica, ha prediletto gli svaghi intelligenti. Con buona pace delle madri aguzzine cinesi.

     Dragor


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