Come dicevo, secondo una ben fondata teoria, frutto di lunghe osservazioni di knitter all'opera dei loro manufatti, dopo un po', la Knitter Tipo (da qua in poi chiamata più brevemente KT), come sotto l'effetto di una droga, non si "accontenta" più di sferruzzare semplicemente. Dopo aver esplorato tutte le possibili costruzioni di un maglione (da sotto, da sopra, dal lato, con una mano sola, con un piede e una mano, con le orecchie, saltando la corda ecc.) la KT si annoia. O meglio, va in assuefazione, nulla più la smuove, la stupisce. E allora si rivolge alla ricerca sui materiali: sferruzza, quindi, lana di capra, di pecora, di cane, di yak, cerca fibre particolari chenessunoha, tipo la soia, la fibra di latte (e qui ci si potrebbe scrivere un intero poema... dico io come si fa a filare il latte soloDiolosa), la lana di gnu tibetano, la lana formata tessendo i bioccoli di polvere in giro per casa (e guai a spolverare, eh), la lana comprata in un paesino mongolo dove ha impunemente trascinato il consorte perchè le faccia da traduttore e sponsor. Insomma, tempi duri. Ma anche questa nuova via, dopo un po', intristisce la KT. Di nuovo il suo megadeposito di filati sparso in giro per casa non le da gioia. I colori le sembrano tutti uguali... un momento... abbiamo detto "colori"? Ecco la via! Ed eccola che diventa una professionista dell'abbinamento, consumandosi cornee e polpastrelli sul computer per scovare il venditore di lana tinta a mano che nessuno ha. Un arcobaleno le si presenta davanti, e qua non c'è pericolo di annoiarsi, i colori sono talmente tanti, e talmente tante le combinazioni... ma... c'è un ma. Costano. Le lane tinte a mano costano un occhio. Oh, misera KT, dovrà forse rinunciare a questa nuova passione (ok, ok, mania...)? Ma no, affatto, perchè si documenta ancora, in ricerche notturne in pigiama, con gli occhi ormai che rischiano la cataratta, mentre il coniuge dorme il sonno del giusto. E scopre che le tinture possono essere fatte in casa. Con modica spesa e grande soddisfazione. Evvai, alla carica!!! L'adrenalina sale. E volete che la KT non ci provi? Ed ecco che intervengo io. Come non potevo dividere questa nuova passione (ok, ok, mania...) con voi? E quindi andiamo ad incominciare.
Le fibre si possono colorate e tingere in tanti modi, ma io qui mi occuperò della tintura fatta con i coloranti alimentari. In giro per la Rete ultimamente si è fatto un gran parlare della tintura con il Kool-Aid, una bevanda coloratissima americana, venduta disidratata in bustine, che colora la lana (e fibre animali e pure capelli!) in modo meraviglioso. In Rete ci sono decine di tutorial su come si fa a tingere la lana con questo metodo, ma ha un difetto: i colori ottenibili sono decisamente limitati. E anche piuttosto sbiaditi, almeno secondo i miei gusti. Potevo forse accontentarmi? E potevo forse attendere 2 settimane l'ordine del Kool-Aid dall'Inghilterra prima di iniziare gli esperimenti che non vedevo l'ora di provare? Ma nemmeno per idea! Quando il sacro fuoco brucia, bisogna assecondarlo subito! E quindi sono andata in drogheria ed ho comprato delle bustine di coloranti alimentari, quelli che si usano per fare anche le glasse colorate, oppure per tingere le uova, vanno bene uguale. Potete provare anche con i colori per le uova di Pasqua in tavolette, funzionano anche loro.
Per prima cosa ho messo delle matasse di lana a bagno in acqua con una spruzzata di aceto bianco (fa le veci del mordente) e, mentre queste assorbivano bene il liquido e si impregnavano, con le bustine di colore ho fatto delle prove per ottenere il colore desiderato. Il vantaggio indiscusso di questa tecnica è, oltre ad usare la lana bianca o non tinta, è che si possono usare anche delle lane colorate... chiaramente i colori che userete si sovrapporranno al colore originario, dando origine a delle sfumature molto interessanti! Ragione di più per fare delle prove.
Primo avvertimento: questo è si un tutorial, ma non aspettatevi di trovare dosi esatte, è un metodo empirico, anche perchè tutti i coloranti e le lane sono diversi, quindi dovete per forza fare delle prove per ottenere il colore desiderato. Il mio consiglio è quello di diluire la polverina POCO per volta con acqua, per esempio una buona proporzione per incominciare potrebbe essere diluire una bustina con 100 ml di acqua. Il colore che otterrete sarà molto intenso, poi potrete sempre schiarirlo per ottenere delle tonalità più chiare. Con dei pezzettini di lana fate le "prove tintura": immergete la lana e poi strizzatela fon forza tra le dita: quello sarà un colore molto vicino a quello che otterrete alla fine del processo.
Secondo avvertimento: usate i guanti, i colori sono alimentari, ma macchiano terribilmente le mani!
E se volete discutere con me o polemicare sul tutorial che magari non vi è piaciuto... venite al Bar - Libreria Knulp in via Madonna del Mare 7/a domenica prossima 17 aprile dalle 16 alle 19. Questo mese lo Stitch 'nd Spritz anticipa di una settimana!!!