Estate, aria di vacanze, dolce far niente... Più tempo da dedicare a se stesse e più tempo anche per leggere; cosa c'è di più appagante che recarsi in libreria e scegliere? Poche cose, in effetti. Ma vediamo che cosa offre il panorama letterario a una lettrice compulsiva affamata di novità.
A prima vista, ci sarebbe solo l'imbarazzo della scelta, basta avere il portafogli a fisarmonica! Che differenza rispetto a tanti anni fa, quando la narrativa era monopolio quasi esclusivo di pochi e collaudati nomi: ora le rivendite rigurgitano di romanzi, saggi, biografie... Ma è tutto oro quello che luccica? Hummm...
Mi colpisce il fenomeno "filoni di moda": trattasi di temi e argomenti che, dopo un romanzo/apripista baciato da successo planetario, sono seguiti da decine di epigoni più o meno felici. L'esempio più facile è il celeberrimo "50 sfumature", il libro (e la serie) che ha ufficialmente sdoganato il sotto genere erotico soft. Dalla sua uscita, non si contano le imitazioni, tutte con titoli piuttosto imbarazzanti del tipo: "Sceglimi", "dominami dolcemente", "Legami", "Sottomettimi e amen", "Schiavizzami come non ci fosse un domani", "Manette a colazione". Insomma, l'impressione è che, una volta individuato un genere che "tira", ci sia una gara a chi la scrive più grossa.
Non si pensi che l'erotico sia l'unico esempio; che dire, infatti, del filone horror? Dai mitici vampiri fino alle mummie, passando per zombie e licantropi vari, tutto è stato sfruttato, offrendoci perle sul tipo di "I promessi vampiri", "Biancaneve e i sette emoderivati", "Romeo emo e Sanguetta" e "Straziami ma di morsi saziami". Inutile dire che i contenuti di tali parti letterari sono spesso tragicomici, senza nessuna parentela col genere horror, ma con molti punti in comune con lo young adult più scioccherello, vedi i vampiri che si innamorano di insopportabili sfigatelle o i lupi mannari docili come il cagnolino di casa.
Sarà solo una mia impressione? Tutt'altro! Anche i miei amati romanzi storici sono stati sommersi dalla marea montante di libri che trattano tutti lo stesso argomento: vanno di moda gli antichi romani? Giù una fraccata di libri ambientati nella Città Eterna, da cui apprendiamo magari che Cesare era cristiano e Agrippina e Messalina erano delle sante donne leggermente calunniate dagli storici (e qui dovrei aprire una parentesi: care autrici americane e straniere in genere, vi prego, smettetela di cimentarvi in romanzi ambientati nell'antica Roma, non fa per voi, per scrivere un romanzo del genere dovreste prima studiare un po' di storia. Davvero.)
Oppure ha fatto furore il tal romanzo ambientato alla corte di Enrico VIII? Benissimo, ecco allora le biografie delle sue sei mogli e magari anche della settima, quella che il sovrano voleva condurre all'altare dopo l'ennesimo divorzio e che non poté impalmare per raggiunti limiti d'età. O i loro diari segreti, da cui possiamo essere edotte delle tecniche amatorie in purissimo stile Tudor. Ah, come siamo fortunate ad avere certe informazioni di prima mano...
E se ad aver avuto un successo insperato è un contemporaneo, la storia, poniamo, di due adolescenti in fiore che si amano tanto, ma proprio tanto? E vai di imitazioni! Ecco allora "Amore al tempo del ciuccio", "Scusa ma ti chiamo nerd", "Tre mesi sotto un pero", "Scusa ma ti voglio stalkerare", "Sarà perché ti amo"... Ah, no, quello è un'altra cosa.
Insomma, l'impressione che si ricava non è quella di una offerta abbondante e variegata, ma di una generalizzata tendenza alla scopiazzatura; individuato il genere del momento (e il libro che ha lanciato la moda) lo si sfrutta, spremendolo come un limone, con decine di imitazioni e variazioni sul tema non sempre di eccelsa qualità. Anzi. E allora, si stava meglio quando si stava peggio? Era preferibile avere meno varietà ma più serietà? Non saprei rispondere; nel frattempo, meglio buttarsi sui gialli ed immergersi nella lettura del diario segreto di Agatha Christie o, perché no, la biografia non autorizzata di Ercule Poirot...
Lucilla