Magazine Medicina

Come trattare l’iperplasia prostatica benigna (BPH)

Creato il 08 novembre 2012 da Laprostata @espriweb

TURP PVP iperplasia prostatica L’iperplasia prostatica benigna (BPH), o ipertrofia, consiste in una crescita eccessiva delle cellule della prostata che causano un ingrandimento di quest’ultima. BPH non è cancerogeno e non provoca il cancro, ma i suoi sintomi sono molto simili a quelli prodotti dal cancro alla prostata. L’ingrossamento della prostata si verifica in circa il 50% degli uomini di 50 anni e più e nell’80% degli uomini di 80 anni a salire. In presenza di altri casi in famiglia di BPH è preferibile farsi un controllo anche prima perché la probabilità di sviluppare questa patologia è molto alta. Come nel cancro alla prostata, i sintomi di BPH possono variare da persona a persona. Mentre le cellule della prostata si moltiplicano, il suo allargamento ostacola l’uretra rendendo così difficile, frequente ed imprevedibile la minzione. I sintomi del tratto urinario inferiore (LUTS) possono includere:

• minzione frequente, soprattutto di notte;

• flusso di urina lento, debole e interessato da interruzioni;

• problemi di gocciolamento dopo la minzione;

• sensazione perenne di vescica non completamente vuota;

• disfunzione erettile (DE) o dolore durante l’orgasmo;

• sangue nelle urine o dolore e bruciore dopo la minzione.

Gli stessi sintomi sono, in alcuni casi, un segnale del cancro alla prostata. BPH, però, è molto comune e può essere risolta con un trattamento chirurgico. Questa patologia deve prima essere confermata attraverso le analisi delle urine, gli esami del sangue PSA e l’esame rettale. In presenza di BPH la prostata non necessita di rimozione. Occorre solo eliminare il tessuto in eccesso per liberare l’uretra e alleviare i problemi delle vie urinarie. Attraverso la chirurgia TURP (resezione transuretrale della prostata), si rimuove la parte di prostata in eccesso. Il ricovero previsto è di un giorno con applicazione di un catetere ed i sintomi scompaiono in breve tempo.

La PVP, invece è un’opzione meno invasiva eseguita ambulatorialmente. Inserendo una potente luce laser nell’’uretra, è possibile vaporizzare il tessuto prostatico in eccesso.  La cateterizzazione dura di solito di meno rispetto alla TURP, i sintomi di BPH iniziano ad attenuarsi già il giorno successivo all’intervento ed il paziente può tornare dopo poco alla sua routine quotidiana. Nei casi meno gravi è possibile ricorrere ad alcuni farmaci per trattare BPH nelle sue fasi iniziali. Comunque, sia la TURP che la PVP sono due opzioni altamente sicure ed efficaci nel trattare BPH.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :