Il calcio e il ciclismo hanno due cose che li accomunano. La prima è che entrambi, in una determinata epoca storica del nostro paese, hanno rappresentato l’incarnazione dello sport popolare perché parte integrante della storia del movimento operaio e dei lavoratori in Italia. La seconda è che entrambi sono sport tecnicamente finiti. Le ragioni della fine dello sport popolare in quanto categoria dell’intrattenimento di massa è facilmente spiegabile nella fine della sua credibilità agonistica. L’alterazione a tavolino del risultato, in un caso dovuta all’invasione del doping e nell’altro delle scommesse, in sostanza ha eroso la possibilità epica, la mimesi del tifoso nel campione. La retrocessione del ciclismo e del calcio (e prima ancora della boxe) da sport popolare a sport di vetrina è il sintomo di un’epoca, quella contemporanea, non più capace di un’elaborazione mitica dello sport, ma ridotta alla più semplice e passiva fruizione commerciale. L’inattendibilità della purezza del risultato passa in secondo piano rispetto alla logica divoratrice del merchandising. È il capitalismo selvaggio applicato alle regole del cuore, l’economia di mercato che lentamente strangola le vene della passione e la riduce a una specie di catatonia emotiva. Oggi il tifoso di calcio è un corpo estraneo e inassimilabile al calcio stesso. Dopo essere stato demonizzato e confinato col capo d’accusa di essere il principale responsabile dell’agonia del calcio, il tifoso viene, in ultima istanza, irriso nella sua stessa credulità. La passione del tifo del resto poggia sull’innocenza di un patto primordiale, quello che lega il tifoso, nelle sue prerogative di purezza infantile, alla squadra del cuore, vista come entità dottrinale, filosofica e perfino ideologica. Il tradimento del patto ha l’effetto brutale di scoperchiare il gioco e causare il trauma della disillusione. Come tutti i grandi cicli di rappresentazione della storia anche il calcio scomparirà. Quello che la storia insegna in questi casi è che la fine per ragioni di moralità di una forma così intensa di intrattenimento popolare è il segnale di decadenza di una civiltà ormai vinta.
Magazine Società
Come tutti i grandi cicli di rappresentazione della storia anche il calcio scomparirà
Creato il 06 giugno 2011 da AndreapomellaPossono interessarti anche questi articoli :
-
Come si abbassano (seriamente) le tasse? La versione della Corte dei Conti
C’è un modo populistico e inefficace per sostenere l’abbassamento delle tasse in Italia. E poi c’è un modo serio che favorirebbe la crescita del paese, ed è... Leggere il seguito
Da Capiredavverolacrisi
ATTUALITÀ, SOCIETÀ -
Muranga (Kenya)/Social media contro le droghe
Mentre i media internazionali accendono i fari sul terrorismo in Kenya, altre questioni sociali minano gravemente il tessuto morale del paese. All’indomani dell... Leggere il seguito
Da Marianna06
AFRICA, SOCIETÀ, SOLIDARIETÀ -
“Utente avvisato mezzo salvato”, la guida della Polizia di Stato per evitare le...
“Utente avvisato mezzo salvato”: è questo lo slogan della Polizia di Stato per la protezione dello shopping online. Dall’esperienza acquisita nella tutela dai... Leggere il seguito
Da Stivalepensante
SOCIETÀ -
POGGIBONSI (SIENA): Con “Tappa” Gli omini raccontano la città e le storie dei...
A Poggibonsi (Siena) gran finale per l’undicesima edizione di Piazze d’armi e di città – Terre di Siena Valdelsa Festival: martedì 30 giugno al Cassero... Leggere il seguito
Da Amedit Magazine
CULTURA, SOCIETÀ -
“Come si presenta la stazione ferroviaria di Luino ai turisti stranieri diretti...
Il primo maggio scorso è stata inaugurata l’esposizione universale di Expo Milano 2015. Il numero di visitatori, tra italiani e turisti stranieri, è molto... Leggere il seguito
Da Stivalepensante
SOCIETÀ -
Il controverso caso del dott. Andolina
É di pochi giorni fa la notizia (qui, dal sito de La Stampa) dell'arresto del medico triestino Marino Andolina, nell'ambito di un'inchiesta della Procura della... Leggere il seguito
Da Gaetano61
SOCIETÀ