Oggi, o affezionato lettore, hai due possibilità.
a) Una seria Weltanschauung
b) Un indegno cazzeggio
No, non scegliere in fretta... Che ne sai? E se la tua giornata avesse talmente bisogno di profondità da disgustarti la lettura del più prescindibile dei temi, i fatti degli altri, minimi, ignobili, degni solo del più convinto chissenefrega?
O che, al contrario, il tuo umore gaio e deliziosamente leggero come una piuma di storno che svolazza su una panchina, non verrà guastato da una lettura troppo intensa e universalistica?
Misteri.
Ma vedo la tua faccia annuire, convinta: hai deciso. Poi non dare la colpa a me, io sono soltanto l'onesto imbonitore-contadino che ti offre i suoi prodotti. Costano poco entrambi, ma sono per palati diversi, o forse per lo stesso palato in differenti momenti e modalità.
La seria Weltanschauung è una breve riflessione su come si siano ridotti i media anglosassoni. O meglio: sulla profonda ipocrisia dei cittadini anglosassoni. Perché se il News of the World della gestione Murdoch vendeva e piaceva così tanto, qualcosa vorrà pur dire.
Se c'era tanta gente che lo comprava, forse era perché i servizi sulle conversazioni private del principe Carlo, o gli sms delle ragazzine rapite, alla gente inglese interessavano da matti. Murdoch lo sa: non a caso è diventato miliardario, con i media.
E non salti su adesso il pidiellino giocondo, a dire che allora anche le intercettazioni dei politici italiani sono uno scandalo e bisogna bloccarle: eh no, cari miei, queste sono intercettazioni di interesse pubblico.
Mentre sfido chiunque a dimostrare che le vicende amorose e le amene conversazioni telefoniche di un erede al trono, non eletto, senza alcuna carica politica (si prenda ad esempio l'ormai mitologico "vorrei essere il tuo tampax" alla non ancora duchessa di Kent, Camilla) hanno rilevanza politica per i destini del Paese.
O che intercettare con la compiacenza di poliziotti prezzolati gli ultimi messaggi di una qualunque cittadina rapita e poi uccisa, sia di qualche utilità agli altri cittadini, se non per eccitarne il gusto del sangue fresco.
E forse è quello il punto: che il mondo si divide tra chi, se proprio vuole, ricerca il sensazionalistico, il vouyeuristico, il morboso nella fiction, leggendo Dalia nera o Il talento di Mr Ripley, e chi, non pago dell'invenzione pura, preferisce procurarsi gli stessi piaceri facendo ricorso alla realtà, o meglio alla rappresentazione distorta della realtà che i media hanno selezionato e predigerito per lui scegliendo solo bocconi al sangue, i più succulenti.
A questo proposito, recentemente sta facendo molto parlare di sé un libro, a metà tra la cronaca giornalistica e la mitologizzazione/invenzione/ristrutturazione degli eventi e degli stessi personaggi, che prende spunto dall'orrenda vicenda dell'austriaca Elisabeth Fritzl e del suo sciagurato padre Josef. Si intitola, semplicemente, Elisabeth e l'autore è Paolo Sortino (Einaudi Supercoralli, 2011).
Non ho un'opinione precisa in merito, dovrei prima leggerlo.
Solo una citazione (Non posso continuare. Continuerò.") e una vivace discussione on line su Nazione Indiana (qui) circa la liceità e l'opportunità, per un giornalista, di trattare romanzescamente un fatto storico del genere.
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E siamo al cazzeggio promesso, come nel più serio telegiornale italiano.
Sto organizzando le vacanze. Ma quanto sbattersi: e vai in agenzia (ma il programma delle prenotazioni è bloccato), e vai alla stazione (ma quella di Mantova non ha più la biglietteria internazionale), e passa ore sui siti danesi, norvegesi, svedesi cercando la English version e non sempre trovandola, o trovandone una bizzarra, e stampa, e scrivi, e fai il planning (meno male che siamo in due a dividerci la fatica).
Però un dubbio si impone: le vacanze, è più faticoso pianificarle o viverle? Noterete che non ho scritto "più divertente".
Ehnnò! Bisogna sempre partire senza aspettative, zen e leggeri come la piuma di cui sopra; sennò gli dèi invidiosi ti guardano e te la rovinano in tutti i modi.
Se invece parti con poca zavorra, quel poco o tanto che arriverà, arriverà lieto e gradito.
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