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Ieri abbiamo saputo che una parente di Luca è morta alla bella età di 96 anni. Roba che, se arrivassi a un'età simile in buone condizioni, lascerei detto di fare una festa, altro che funerale.
Mi dispiace, ma non riesco ad essere triste per una persona che è vissuta 96 anni. Non sono così cinica da dire "finalmente", ma mi stringo nelle spalle e dico "vabbe', la sua vita ha avuto il tempo di farsela" (senza contare il sospirino di invidia, perché noi che lavoreremo fino a 65-70-75 anni col cavolo che arriveremo oltre ai 90).
Spesso mi dicono che non sono comprensiva nei confronti degli anziani. Può essere. Io penso di esserlo fin troppo, ovvero di comprendere perfettamente che tanti anziani si comportano in maniere sbagliate perché sanno di essere scusati, tipo "sai, poverino/a, ha un'età".
A questo punto, aspetto ansiosamente il momento in cui passerò da "che stronza" a "sai, poverina, ha un'età". Il fatto è che probabilmente non ci arriverò mai, perché educherò i miei figli (e, spero, i miei nipoti) a rispettare le persone, non la loro età.
Ed, io, che da giovane non sono mai stata uno zuccherino, di certo non diventerò una dolce e saggia nonnina. Anzi, se è vero che somiglio a mia nonna Agnese, spero che i miei figli e nipoti abbiano la forza di contenere il mio potenziale distruttivo.
Però, a differenza di mia nonna Agnese, mi piacerebbe lasciare qualcosa di più che qualche aneddoto sulla mia vita. Dopotutto, di lei so abbastanza poco: so che cosa le è successo, non quello che pensava. So che aveva un padre violento, ma non so se gli voleva bene o se aveva paura di somigliargli. So che da vedova ha avuto una vita dura, ma non so che cosa avrebbe pensato delle nostre lotte per conciliare famiglia e lavoro. È morta troppo presto perché glielo potessi chiedere.
Io vorrei essere forte e speciale come lei, ma più aperta e comunicativa. Vorrei tenermi al passo con le nuove tecnologie, ma non solo in cucina come faceva lei. Vorrei che i miei cari mi trovassero dei difetti, ma vorrei anche riuscire ad accettare le loro critiche e migliorare. Vorrei essere come lei nell'andare al sodo delle situazioni, ma senza dimenticare che anche la forma ha il suo peso. Vorrei che i miei cari sentissero il mio amore non tanto nelle opere (ché comunque 3 armadi di tovaglie sono un po' eccessivi) quanto nel calore dei miei sentimenti (e parlo di sentimenti, non di bieca manipolazione dei sensi di colpa). Vorrei avere la sua passione, ma senza la sua avventatezza (e però mi fa molta tenerezza l'idea che mia nonna fosse ancora avventata a 80 anni). Vorrei che nessuno dei miei cari si sentisse in dovere di giustificarsi per una mia mancanza ("sai, mia nonna devi capirla, ha un'età...").