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Comics e cinema, un’analisi quantitativa. Parte 4 (di 5)

Creato il 10 luglio 2013 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco
Speciale: Comics e cinema, un'analisi quantitativa

La sempre più frequente trasposizione cinematografica di fumetti, in particolare di genere supereroistico, impone una serie di interrogativi sul rapporto tra fumetto anglo-americano e cinema.
In questa quarta parte, ad essere oggetto di analisi sarà la forza economica di tali film e la loro crescente proficuità.

Distributori

Non potremmo capire il fenomeno fin qui analizzato e l’espansione verificatasi nel nuovo milennio senza analizzarlo in termini puramente economici. Pertanto vi propongo una serie di grafici nei quali ho preso in esame la questione dei distributori, partendo come al solito dagli anni ’80; ecco il primo:

Purtroppo, per i dati relativi agli incassi esteri dei film degli anni ’80 c’è grande incertezza e incompletezza, per questo decennio, dunque, ho tenuto in considerazione solo i dati relativi agli incassi statunitensi.

Ad ogni modo, le due immagini parlano chiaro: a farla da padrone è la Warner Time, che distribuisce quattro film [1]  che incassano 435 milioni di dollari (fig. 2), quasi il 70% degli incassi generati dai riadattamenti degli anni ’80 negli USA. Il rimanente 30% degli incassi (195 milioni circa) è diviso tra Columbia Tristar (12%), Universal (10%), Paramount (7,8%), Embassy Film e Millimeter Film ( che insieme hanno  meno dello 0.2%).

Negli anni ’90, come possiamo osservare nei grafici che seguono, il dominio Warner viene insidiato:

*La New Line Cinema è indipendente fino al 1996, anno in cui diviene parte del gruppo Warner Time.

Negli anni ’90, con il numero di film aumenta anche il numero di distributori coinvolti, che passa da sei a otto. Il primato di numero di film distribuiti è sempre della Warner ma gli altri distributori recuperano posizioni. Dalle figure 1 e 2 emerge che la Warner ha distribuito otto [2]  film che hanno incassato nel mondo un totale di 1 miliardo e 200 milioni circa. La Sony (che intanto ha acquisito Columbia Tristar) distribuisce 2 film Brenda Starr (1992) e Men in Black (1997), mentre il primo è un totale fallimento, il secondo gli procura incassi record. Anche New Line riesce a mettere a segno un “colpaccio” distribuendo The Mask (1994). Disney, forte del catalogo Miramax, si piazza al terzo posto distribuendo cinque film [3] . Universal distribuisce quattro [4]  film che però non sono premiati dal botteghino. A Paramount, MGM e Gramercy Pictures non restano che le briciole. Ragionando ora in termini percentuali, comincia a profilarsi la situazione del XXI secolo: come è possibile osservare nella figura 3, la quota della Warner si è ridotta a meno del 43% e la fetta di mercato occupata negli anni ’80 dalla sola Warner è ora occupata da Warner, Sony (21%) e Walt Disney Motion Group (16%). Le trasposizioni cinematografiche di fumetti negli anni ’90 incassano in totale circa 2 miliardi e 850 milioni di dollari.

Passiamo ora ai film dei primi dodici anni di questo XXI secolo e analizziamo i quattro grafici che ho preparato:

* Dimension Film fino al 2005 ha fatto parte di questo gruppo.

La Warner guida la classifica per numeri di film distribuiti; seguono sul podio la new entry 20th Century Fox e la Sony. La vera novità, però, è il sorpasso Sony: i film distribuiti dalla compagnia giapponese hanno incassato quasi 5 miliardi di dollari, di cui circa la metà con la prima trilogia di Spider-man. La Warner distribuisce film per un totale incassi di quasi 4,5 miliardi di dollari, segue 20th Century Fox con una distribuzione totale del valore di 3 miliardi di dollari. Fuori dal podio ci sono Paramount, Walt Disney Motion Pictures Group e Universal, che insieme distribuiscono film con un incasso totale che supera 5 miliardi di dollari. In totale nei primi 12 anni del XXI secolo, i film tratti da fumetti anglo-americani hanno incassato 18 miliardi e 345 milioni. Da sottolineare che gli incassi del film The Avengers costituiscono l’84% del totale incassi dei film distribuiti fino al 2012 dalla Disney, che si appresta a conquistare un ruolo sempre più da protagonista. Il podio della media incasso è in ordine decrescente Walt Disney Motion Pictures, Paramount, Sony. In termini percentuali, le distribuzioni Sony hanno incassato il 27% circa del totale, seguono la Warner Time con il 25%, 20th Century Fox con circa il 16%, Paramount con l’11%, Disney con poco meno del 10%, Universal con il 7,5%, infine Lionsgate, Summit Entertainment, Dreamworks e MGM che si dividono il 3,6%.
La tabella che segue riassume quanto detto, mostrando come il numero delle compagnie coinvolte nel mercato dei riadattamenti cinematografici vada aumentando e il divario tra di esse vada riducendosi, segno di una maggiore appetibilità di questo mercato che ha scatenato una agguerrita concorrenza.

*Il dato Sony degli anni 80 è in realtà quello della Columbia Tristar che alla fine del decennio, nel 1989, divenne proprietà della giapponese Sony.

Sempre più una certezza.

Fino agli ’90, i film tratti da fumetti sono stati un grosso e costoso rischio, come dimostra il grafico che segue:

Ponendo che gli incassi di un film per essere considerati positivi devono essere almeno il doppio delle spese, il 57% dei riadattamenti degli anni ’90 sono un fallimento, diciamo sei film su dieci. Il 35% dei film, addirittura, ha un incasso inferiore ai costi di produzione. Ci sono, invece, tre film (The mask, Men in Black e The Crow) che incassano diverse volte il loro costo di produzione e due di questi, The Mask e il Corvo, lo fanno con costi di produzione contenuti. La caratteristica comune di questi tre film è non essere film con super-eroi di non essere adattamenti di fumetti supereroici nel senso classico.

La situazione è assai diversa nel XXI secolo e ce ne possiamo rendere conto dalla “torta” che segue e dalla tabella in cui ho confrontato i dati dei due periodi.

Nel periodo analizzato del XXI secolo la percentuale dei “flop” è scesa dal 57% al 37% e in particolare i film con incassi inferiori ai costi di produzione sono calati dal 35% al 12%. Le due fasce più corpose sono quelle dei film con incasso tra le due e le tre volte il costo di produzione (32%) e quella dei film con incassi fra le tre e le quattro volte il costo di produzione (20%), per un totale del 52% rispetto al precedente 31%. È, invece, diminuita la percentuale di film con incassi superiori a 6 volte il costo di produzione, scesa dal 12% al 3% a causa dei costi di produzione che in termini assoluti sono cresciuti.

Il grafico che ora vi propongo, vi permetterà di osservare, anno per anno, il rapporto tra il totale dei costi di produzione e il totale degli incassi. Come sempre le cifre sono espresse in milioni di dollari.

Dal 1990 ad oggi, c’è stato un generale aumento degli incassi che procede in maniera piuttosto regolare: il record di incassi viene superato in genere ogni 3-5 anni, ad esempio nel 1994 abbiamo un incasso totale di 632 milioni di dollari; tre anni dopo, nel 1997, il record viene superato arrivando a 916 milioni (+44.9%); 5 anni dopo nel 2002 gli incassi derivanti da riadattamenti sono di 1 miliardo e 600 milioni (+74.45%); nel 2007 il record del 2002 è di nuovo infranto (+21.27%) e quello del 2008 a sua volta infrange quello del 2007 incassando quasi 2 miliardi e mezzo di dollari (+50.3 % rispetto al 2002 e +23.9 % rispetto al 2007). Nel 2012 il record è ancora una volta battuto con un incasso totale che supera i 4 milardi di dollari (+72%). Nel XXI secolo non si verifica mai che gli incassi totali siano minori dei costi di produzione totali, negli anni 90, invece, si verifica 2 volte (1996 e 1999).

Le produzioni: non è un paese per poveri.

Ma per capire alcune tendenze la questione va approfondita osservando alcuni dati del XXI secolo, a cominciare da questa coppia di grafici:

I due schemi sono quasi sovrapponibili: il 2001 è l’unico anno in cui non ci sono film tratti da fumetti Marvel, per il resto, in linea generale, il rapporto percentuale tra incassi e produzioni totali condivide l’andamento del rapporto percentuale tra incassi e produzioni dei film alla cui produzione partecipa la Marvel Entertainment. La tendenza generale del mercato cinematografico tratto da comics book  nel XXI secolo è in buona parte dettata dai prodotti Marvel. Per capire il modello di produzione che va affermandosi è utile analizzare le produzioni a cui partecipa la Marvel Entertainment attraverso la seguente coppia di grafici:

Osserviamo come è cambiata la politica delle produzioni a cui partecipa la Marvel Entertainment attraverso un’analisi di ogni anno, facendo sempre riferimento ai due grafici di sopra:

2000. C’è solo X-men il cui costo di produzione è 75 milioni di dollari e gli incassi sfiorano i 300 milioni.

2001. Non ci sono film targati Marvel.

2002. Ci sono Spider-Man e Blade 2 che hanno costi di produzione (rispettivamente  140 e 54 milioni di dollari) e incassi (821 e 155 milioni di dollari) totalmente diversi.

2003. Per la prima volta in questo secolo abbiamo tre film Marvel: Daredevil, X2: X-Men United e Hulk. Mentre la produzione massima resta invariata, sale la produzione minima da 54 a 78 milioni, la differenza fra produzione minima e massima, quindi, scende a 59 milioni. Rispetto al 2002 è stato prodotto un film in più, il totale dei costi di produzione è salito da 193 a 325 milioni (+68%) ma il totale dei guadagni è calato da 976 a 831 milioni di dollari (-15% circa).

2004. Come nell’anno precedente, i film prodotti sono tre (Spider-Man 2, Blade Trinity, The Punisher). Rispetto all’anno precedente, la produzione minima scende da 78 a 33 milioni di dollari, la produzione massima sale da 137 a 200 milioni di dollari, la produzione totale scende di circa 37 milioni di dollari. La volontà è quella di puntare su un solo film ad alto budget e la ricetta funziona: il guadagno totale, infatti, sale di 134 milioni di dollari (+16%), tornando quasi ai livelli del 2002.

2005. I film prodotti questa volta sono due: Elektra e Fantastic Four. Due produzioni dai costi moderati, rispettivamente 43 e 100 milioni di dollari, il primo film è un fiasco (incassa appena 56 milioni di dollari), il secondo va abbastanza bene con un incasso di 330 milioni.

2006. Con un solo film prodotto, viene replicato lo scenario del 2000. Il film in questione è il terzo capitolo della saga degli X-men, X-Men: The last stand, il cui budget è praticamente triplicato rispetto al primo capitolo del 2000, gli incassi, invece, aumentano di circa una volta e mezzo. Negli utili generati i due film sono simili: nel 2000 l’utile era stato di 221 milioni di dollari, nel 2006 essi sono 249 milioni di dollari.

2007. Dopo tre anni tornano nelle sale cinematografiche tre film Marvel: Spider-man 3, Fantastic Four: rise of silver surfer e Ghost rider. La produzione minima è ai massimi storici, 110 milioni di dollari, per rendere l’idea, essa è superiore alla produzione massima del 2005. Anche la produzione massima segna un nuovo record con i 258 milioni di dollari utilizzati per Spider-Man 3, ne consegue che la produzione totale è la più alta di sempre, quasi 500 milioni di dollari, contro i 325 del 2003 (+54% circa). I record vengono replicati al botteghino: il guadagno minimo del 2007 è di 228 milioni di dollari, il guadagno massimo è di 890 milioni di dollari (realizzato dal terzo capitolo della saga di Spider-Man che batte il record di 821 milioni segnato dal primo capitolo della stessa saga), il guadagno totale supera un miliardo e quattrocento milioni di dollari (+44% circa rispetto al precedente record del 2002), infine, gli utili segnano un nuovo record superando i 900 milioni di dollari. Questo è l’anno della svolta: produzioni a basso budget non se ne faranno più, da qui in poi la strategia sarà alti budget per alti guadagni.

2008. Abbiamo nuovamente 2 film come nel 2005, essi sono The Incredible Hulk e il primo Iron Man. Sono due film dal budget alto e simile, rispettivamente 150 e 140 milioni di dollari, dunque il budget minimo è salito di altri 30 milioni di dollari. I guadagni sono assai differenti, rispettivamente 263 e 585 milioni di dollari. Nonostante il primo non abbia guadagnato molto in relazione ai costi, è comunque il miglior guadagno minimo in questi otto anni. Gli utili del 2008 sono 558 milioni di dollari, la coppia di film del 2008 rispetto alla coppia del 2005 ha generato utili maggiori di circa il 130%, 558 milioni di dollari contro 243. La politica delle alte produzioni rende bene e si afferma come approccio standard: da questo momento in poi ci sarà un livellamento fra i costi di produzione dei vari film senza più grandi differenze fra budget minimo e massimo.

2009. Si ritorna ad un solo film, X-Men origins: Wolverine. Una produzione da 150 milioni che ne frutta 373, procurando un utile di 223 milioni di dollari, simile a quello realizzato negli altri anni con una sola produzione.

2010. Ancora una volta abbiamo un solo film Marvel, Iron Man 2. Film costoso, 200 milioni di dollari, e remunerativo, incassi per 623 milioni di dollari. Un utile di 423 milioni di dollari che dimostra come budget e incassi siano sempre più legati tra loro.

2011. Dopo quattro anni tornano nelle sale cinematografiche tre film Marvel: Thor, Captain America: The First Avengers e X-Men: First Class. Questi tre film hanno budget assai simili, rispettivamente 150, 140 e 160 milioni di dollari, che sommati conquistano il secondo posto nella classifica del totale produzioni, secondo solo al dato del 2007. In proporzione, l’operazione procura nel 2007 e nel 2011 gli stessi guadagni, come è possibile osservare dal rapporto in percentuale del grafico precedente. Rispetto al 2007 – dove fra il budget di Spider-man 3 e Ghost rider c’erano 148 milioni di dollari di differenza – la distribuzione dei budget è differente e conferma il livellamento iniziato nel 2008: sono tre film con un budget praticamente uguale.

2012. Questa volta i film sono due (The Avangers e The Amazing Spider-Man), i costi di produzione sono però gli stessi dell’anno precedente. La produzione minima, dunque, raggiunge un nuovo record, quota 220 milioni (The Avangers) e con i costi di produzione aumentano anche i guadagni, che qui fanno segnare la cifra record di quasi 2 miliardi e 300 milioni.

Come ultimo dato, dunque, non posso che proporvi il seguente: in 12 anni, ben 9 volte il film più costoso dell’anno è stato il film che ha guadagnato di più.

Gli alti budget sono, dunque, sempre più spesso lo strumento per generare alti guadagni: centinaia di milioni di dollari spesi per aumentare la spettacolarità dell’intrattenimento attraverso l’uso della tecnologia più avanzata e costosa (fra le tante, ad esempio, penso alle produzioni in IMAX) e l’impiego di attori iconici dagli alti cachet (uno su tutti, Robert Downey Jr.). È evidente come il genere supereroistico sia quello che si presta meglio a questo tipo di produzioni, ci sarà più spazio nelle sale cinematografiche per fumetti di diverso genere come era accaduto negli anni ’90? La crescente richiesta di supereroismo proveniente dalle sale cinematografiche cambierà ulteriormente la proposta editoriale delle case fumettistiche?

Al di là delle supposizioni, per conoscere la risposta, come al solito, non ci resta che attendere.

Se siete arrivati fino a questo punto, non mi resta che ringraziarvi per l’attenzione e darvi appuntamento per la quinta ed ultima parte di questo approfondimento, dove parleremo dei protagonisti di questa rivoluzione cinematografica e proverò a tirare le somme di quanto detto fino ad ora, proponendovi la mia interpretazione di questo fenomeno.

(fine quarta parte – continua)

Note:

  1.  Superman II (1981), Superman III (1983), Superman IV (1987) e Batman (1989). [↩]
  2. Batman Returns (1992), Dennis the Menace (1993) ,Richie Rich (1994), Batman Forever (1995), Batman & Robin (1997), Steel (1997), Spawn (1997), Blade (1998). [↩]
  3. Dick Tracy (1990), The Rocketeer (1991), The Crow (1994), Judge Dredd (1995), The Crow: City of Angels (1996). [↩]
  4. Timecop (1994), The Shadow (1994), Mystery Men (1999), Virus (1999). [↩]
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