da qui
E’ circa un mese che torna nei pensieri, nella predicazione, nei colloqui, un criterio che potrei sintetizzare in questo modo: cominciare dalla fine. Ne lessi la prima volta in un libro che studiava le dinamiche della realizzazione umana. Guardarsi dalla fine della vita, considerare tutto da questa prospettiva: cosa vorrei si dicesse di me, quale memoria lasciare del passaggio sulla terra? Su tali basi, le scelte del presente cambierebbero, apparirebbero i valori autentici, si relativizzerebbero le dipendenze e ogni genere di possessività; saremmo liberi, riscattati dalla morsa della contingenza, lucidi nelle scelte fondamentali della vita. Non so perché, mi viene in mente l’aneddoto riferito intorno a un santo; a chi gli chiedeva, mentre giocava con la palla, che cosa avrebbe fatto se di lì a poco fosse finito il mondo, rispose: continuerei a giocare. Una risposta saggia, l’unica possibile a chi crede in quello che fa, al punto da non essere in grado di pensare ad altro.