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Comitive culturali per mostre didattiche itineranti

Creato il 25 settembre 2012 da Tnepd

Comitive culturali per mostre didattiche itineranti

Comitive culturali per mostre didattiche itineranti

Ciao a tutti, come va?

Come sapete uno dei problemi più grossi al mondo è trovare qualcosa da fare alla gente altrimenti i sovrannumeri vengono uccisi con guerre, pestilenze, droga, e metodi malthusiani di vario genere.

Il presidente cinese asseriva un paio d’anni fa che se anche avessero spostato tutte le produzioni del mondo in Cina non avrebbe saputo cosa far fare a 200 milioni di cinesi.

Le soluzioni alternative ci sarebbero, io ho decine di proposte interessanti su cosa far fare alla gente:

– i kibbutz e i monasteri laici come modelli di comunismo reale
– la carriera nell’arma del genio dell’esercito per intervenire in caso di calamità e ripristinare il territorio 
- il circuito internazionale di lavoro per andare in 30 anni in 30 luoghi diversi a svolgere lavori occasionali
– oppure ancora la laurea di vita, un percorso di 30 specializzazioni al servizio civile per migliorare i servizi pubblici retribuito in europoints
– i metodi boicottati per produrre energia pulita, cibo, fibre tessili, biomassa in proprio sottraendo il business alle grandi multinazionali

- la diversificazione degli investimenti delle banche in cultura, viaggi, case migliori, vestiti migliori, cibo migliore, sanità
vitto e alloggio per volontari al servizio dei comuni e delle parrocchie
- le nuove professioni femminili di compagnia senza implicazioni sessuali
– gli agenti del bene per controllare da dentro la società inducendo a comportamenti responsabili 

- i mercatini per abusivi 

Oggi provo a parlare di un’altra variante minore, ma significativa, le comitive culturali tipo Circo bianco, Formula 1, Tournè cantanti, ma anche con scopi didattici, per esempio una mostra sulla prevenzione del cancro che gira in centinaia di città coinvolgendo la popolazione con eventi.

Oppure una mostra sugli animali. Oppure una sulla guida sicura senza incidenti. Oppure una sulla corretta alimentazione e i cibi dietetici, una sulla comunicazione, una sull’educazione dei figli, una sulla terza età, una sulla droga, una sulla storia della moda, e decine di altre su malattie specifiche, ospedali specializzati, la storia della bicicletta, l’evoluzione dell’agricoltura e problemi anche secondari su cui una volta nella vita può interessare informarsi.

Si possono immaginare tante comitive culturali quante sono le città di una nazione con almeno 50 mila abitanti, per esempio in Italia almeno  50 comitive culturali che nel giro di un anno  complessivamente almeno una volta toccano tutte le cittadine di una certa importanza.

Alcune comitive potrebbero anche organizzare tournè internazionali.

Ma non per forza comitive pubbliche, si può pensare ad organizzazioni private che riescono a trovare la maniera di chiudere il bilancio in pareggio o addirittura in attivo raccogliendo fondi per la propria iniziativa benefica.

A ritmo cadenzato si può immaginare che ogni comitiva cambi  città ed occupi vari spazi inscenando mostre, spettacoli, concerti, raccolte fondi.

Quindi tutte le scuole, le aziende, le associazioni che vengono visitate da membri della comitiva con depliant appositi e che invitano agli eventi.

Sicuramente  una mostra nel centro cittadino nelle vie pedonali, e una più  più grande in spazi culturali riparati.

Quindi anche conferenze, film e video per specialisti.

E senza dubbio anche qualche spettacolo teatrale di raccolta fondi, qualche cena e altri eventi sociali.

Non credo vada immaginato molto diverso per esempio da come accade quando il Circo della Foruma 1, o il Circo Bianco, o qualche cantante arriva in una città. 

Arrivano centinaia di persone con camion, automobili, aerei, camper, strutture da montare, specialisti con ogni genere di mansione che in poco tempo allestiscono lo show.

Il Circo Bianco   arrivano e partono nel giro di un paio o tre di giorni. Al Giro d’Italia nel giro di poche ore.

Per dare tempo a scuole, aziende, parrocchie, circoli culturali, organizzazioni, di informarsi e partecipare ruotando per non accalcarsi tutti nello stesso giorno, credo sia necessario che una comitiva si fermi almeno 15-20 giorni per ogni tappa, in modo da girare tutte le tappe nel corso di 20-30 anni, e semmai ricominciare da capo.

Parte della paga alle comitive potrebbe anche essere data in europoints per valorizzare gli sprechi di cibo, sfruttare i servizi inutilizzati (come gli alberghi in bassa stagione, i treni vuoti, i cinema di pomeriggio), oppure ancora comperare oggetti che si possono produrre in quantità infinite (come i maglioni di pile, le chiavi inglesi, le bici per bambini, le pentole di Schietti, i materassi di canapa)

Il concetto è chiaro.

Ci sono milioni di persone specializzate con grandi capacità ( per esempio insegnanti, tecnici, artisti) a casa a marcire che invece potrebbero essere una grande risorsa per la società.

Qualche decina di migliaia può essere impegnata anche nelle comitive culturali.

Grazie

Domenico Schietti


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