Magazine Psicologia

Commento all’articolo sui nuovi setting: Aldo Carotenuto il precursore

Da Elisabettaricco

Commento all’articolo sui nuovi setting: Aldo Carotenuto il precursoreCara Daniela articolo molto stimolante… E’ chiaro, ma è meglio precisarlo, che oggi gli psicoterapeuti vivono setting differenti (aziende, teatri, ospedali, associazioni…), ma che il tuo articolo è specifico per il lavoro negli studi privati e con pagamento finale del’ora. Mi è venuto in mente un grande precursore di tale modalità terapeutica: Aldo Carotenuto, nostro prof. durante il corso di studi a Roma. Lui insegnava Psicologia della Personalità e delle Differenze Individuali. Che meraviglia aver vissuto l’amato prof. scomparso nel 2005. Ma chi era Aldo Carotenuto?

Aldo Carotenuto  (by Wikipedia) (Napoli, 25 gennaio 1933 – Roma, 13 febbraio 2005) è stato uno psicoanalista e scrittore italiano, docente presso l’università La Sapienza di Roma, nonché uno dei massimi esponenti dello junghismo internazionale.Nato a Napoli nel 1933, ha studiato prima nella sua città, per poi trasferirsi a Torino e completare lì gli studi. Successivamente si è trasferito negli USA, dove ha frequentato la Scuola di Psicologia sperimentale alla New School for Social Research di New York. Lì è diventato membro dell’American Psychological Association (APA).
Tornato in Italia, ha ottenuto la cattedra di Psicologia della personalità presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza, dove ha proseguito i suoi studi, soprattutto sul pensiero di Carl Gustav Jung, continuando nella sua attività di analista. Ha pubblicato numerosi saggi sui temi cari al suo percorso di studi: il mito, la cultura occidentale, la storia della psicologia, la psicologia analitica, il rapporto fra analista e paziente, le emozioni, la creatività. Ha realizzato anche diversi testi universitari, utilizzati sia nei suoi corsi alla Facoltà di Psicologia della “Sapienza” sia in altre università. Ha contribuito alla diffusione del pensiero junghiano. Da una sua opera, Diario di una segreta simmetria (1980), fu tratto un film diretto da Roberto Faenza, in cui si descriveva la relazione fra Carl Gustav Jung e Sabina Spielrein, sua paziente…

Mi ricordo di Aldo Carotenuto, durante un seminario tenutosi al Castello Svevo di Bari nel 1995. Ebbi l’onore di fare parte dell’organizzazione e di andare a prendere il prof. in aeroporto. Aldo Carotenuto era un persona particolare e mi ricordo che mi stupì con racconti personali in cui emergeva il vivere secondo un’ ottica junghiana. Fu però il mio terapeuta, qualche anno dopo, a parlarmi della modalità particolare di fare terapia di Aldo Carotenuto. Spesso incontrava i pazienti nel bar sotto lo studio e con loro faceva lunghe passeggiate per il centro di Roma, soprattutto in Primavera ed Estate, quando le mura di studio, diventano limitanti rispetto al potersi godere alcune ore all’aperto. Erano gli anni 90.

Alcune volte mi sono trovato a vivere momenti con il paziente fuori dall0 studio, ma quasi mai con l’idea di fare una seduta di psicoterapia. Mi ricordo una particolare situazione vissuta nel 1997 . Ero lo psicologo di un’equipe psico-socio pedagogica a Gravina di Puglia e mi capitava di avere uno sportello per colloqui con gli alunni. Durante l’anno, con un ragazzo molto sofferente, che spesso aveva pensieri di tipo psicotico nei quali spesso era emersa la paura per gli spazi aperti e per la Cattedrale del paese come luogo fisico, abbiamo sfidato regole scolastiche e paure facendo durante i colloqui lunghe passeggiate per le vie del centro storico (fra l’altro molto bello) di Gravina. Un giorno mentre passavamo davanti alla Chiesa, il ragazzo mi ha chiesto di entrarci: siamo rimasti in silenzio, seduti a guardare le volte e gli affreschi. E’ stato un giorno indimenticabile, soprattutto per il fatto che per almeno altre dieci volte durante quell’anno, il ragazzo mi ha chiesto di uscire da scuola ed andare in quella Chiesa. Mi raccontò che ci era andato anche di domenica durante le funzioni. Notavo con il passare dei giorni, che il ragazzo aveva smesso con le idee di pericolo, lontane dalla realtà, legate alle fantasie, a pensieri particolari che lo portavano lontano dalla realtà. Il setting diverso per i colloqui, in quella occasione, aveva fatto la sua parte favorendo il miglioramento della funzionalità del ragazzo.

Grazie Daniela per il tuo articolo. Come vedi ha smosso e non è detto che possa aprire  future ridefinizioni da parte mia, magari con pazienti creativi e disponibili, a rivedere il setting e il modo di lavorare.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :