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Compagni segreti

Creato il 10 ottobre 2011 da Libereditor

Compagni segretiCompagni Segreti è stata un’inaspettata fonte di ispirazione. Grazie a questo libro ho scoperto (tanto per citarne alcuni) scrittori come Uwe Timm, Jurek Becker, Jerzy Kosinski e Jean Améry.
In queste pagine forse ho capito la grande passione di Eraldo Affinati per il viaggio. Tra le righe non ci sono comuni descrizioni di viaggi o descrizioni fini a se stesse. C’è il binomio letteratura-vita a farla da padrone.
Eraldo Affinati sente l’esigenza di andare nei luoghi descritti sui libri per provare l’esperienza, ma anche trovare delle conferme. Andare nei luoghi prima pensati è come certificare l’esperienza del viaggio. La scrittura, dice Affinati, “è l’ultimo anello di una lunga collana conoscitiva”.
Affinati parte quindi per dei luoghi che già conosce, cercando le “ragioni del ritorno” e l’origine da cui proviene.
Suo punto di riferimento è la storia e in particolare la Seconda Guerra Mondiale, un segnalibro fondamentale nella sua vita. Il nonno di Affinati era un partigiano antifascista fucilato dai fascisti nel ’44 e sua madre fuggì da un treno che probabilmente era diretto ad Auschwitz Birkenau.
La sua scrittura nasce quindi dall’idea di una ricucitura in quanto sente la Seconda Guerra Mondiale come uno strappo. Uno strappo che non è solo suo, ma di tutti gli uomini. Nessuno infatti può chiamarsi fuori da quello che è accaduto.


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