Compie cinquant'anni la fabbrica del gelato di Parma

Da Sadica @sadicamente

Tra le mura dello stabilimento Antica Gelateria del Corso di Parma sono nati i gelati che hanno fatto sognare tre generazioni di italiani: dalla mitica Coppa Del Nonno al Mottarello fino al Cono Vortici Antica Gelateria del Corso. Cinquant’anni di passione per il gusto che hanno fatto la Esiste un luogo a Parma dove l’arte e la passione del gelato prendono vita, intrecciandosi in una storia segnata da creatività, successi, innovazione e cultura. Uno stabilimento dove, da 50 anni, l’antica tradizione del gelato si fonde con la tecnologia più avanzata. Dove le ricette dei dolci più classici si trasformano in gelati che hanno preso per la gola tre generazioni di italiani, grazie alla sperimentazione ed alla ricerca che hanno portato alle creazioni firmate Nestlé Motta e Antica Gelateria del Corso. Nella fabbrica di Parma partendo dalle materie prime, si realizzano da sempre i gelati seguendo le antiche ricette dolciarie.
Al suo interno vengono prodotti  oggi circa 130 milioni di porzioni di gelato all’anno, di forme e gusti diversi, che da Parma partono per raggiungere l’Italia e l’estero, da dove viene esportata circa il 30% della produzione. Quando nacque, nel 1964, venivano prodotte già più di 100 tonnellate di gelato, pari a più di un milione di pezzi al giorno, e le celle frigorifere immagazzinavano 28 milioni di gelati. Ed è qui che oggi lavorano circa 250 persone tra gli uffici e 13 linee di produzione e dove sono nati i gelati più celebri, dalla Coppa del Nonno (oggi prodotta nello stabilimento Nestlé di Ferentino) fino all’attuale Cono Vortici Antica Gelateria del Corso, passando dal Tartufo. Prodotti mito che rappresentano un pezzo del costume italiano e che rimangono vivi nella memoria di tutti.
A dare forma alla Fabbrica del Gelato è stato Virginio Marchi, un borghese “bon vivant” goloso e raffinato che, davanti ad una coppa di gelato gustata seduto ad un tavolino del Caffè Tanara, ebbe l’intuizione di replicare quella stessa esperienza di gusto e di dolcezza su larga scala. L’estro di Virginio, assieme alle conoscenze economiche e all’esperienza nel campo della finanza del fratello Antonio, consentirono ad un sogno di diventare realtà che da 50 anni è fucina dei gelati tra i più celebri della gelateria industriale italiana.
Gli anni che videro la nascita della Fabbrica del Gelato sono di grande fermento culturale in tutto il mondo: è di quel periodo la creazione della minigonna che, ideata dalla stilista britannica Mary Quant ispirandosi all’automobile Mini, rivoluzionò il costume. Oltre Manica invece stava per mettersi a segno un’altra rivoluzione, nel campo dell’industria gelatiera italiana, con la creazione della Coppa del Nonno. Un prodotto mito per generazioni intere, preparata con una ricetta segreta che esalta i suoi ingredienti: latte, panna ed infuso di caffè, per la cui preparazione si segue ancora oggi la stessa procedura: i grani di caffè verde, combinati in un mix di varietà robusta ed arabica, vengono tostati e macinati, e la polvere così ottenuta è messa in infusione seguendo un procedimento, affinato in lunghi anni di esperienza, che permette di esaltare al meglio le qualità aromatiche del caffè.
La storia della Fabbrica del Gelato continua con il Mottarello, nato agli inizi degli anni Sessanta, emblema di un nuovo stile di vita che stava conquistando anche gli italiani. Il famoso gelato su stecco a stampo al gusto di fiordilatte rappresentava la rievocazione del celebre ice-cream americano, simbolo di spensieratezza e ricchezza economica dell’immediato dopoguerra, che divenne anche icona del consumo di massa, esattamente come fu per il Panettone. Sono gli anni del boom economico che per le famiglie si traduceva nell’acquisto delle prime utilitarie e proprio in quel periodo stava conoscendo il suo massimo successo la mitica Fiat 600, costruita sino al 1969. In cucina cominciavano a fare bella presenza ingombranti frigoriferi, dentro cui contenere le prime colorate confezioni di gelato, e nei salotti i primi televisori, dove trasmettevano le storie delle relative mascotte in celluloide. In quegli anni sono state inventate le luci psichedeliche, i mitici
blue jeans e i Beatles stavano conquistando il mondo con due canzoni diventate pietre miliari della musica pop: "Michelle" e "Yellow submarine". Tra gli anni Sessanta e Settanta il mondo stava quindi preparandosi per una nuova rivoluzione culturale e i gelati divennero implicitamente specchio culturale e di costume della società, emblemi di un benessere faticosamente raggiunto che si manifestava anche nei consumi voluttuari, dopo un periodo di grandi mancanze dovute alla Guerra.
Un periodo di importanti trasformazioni ed innovazioni che continuarono anche tra gli anni Ottanta e Novanta, periodo d’oro della Fabbrica del Gelato che vide in quel ventennio la nascita dei gelati diventati must per due generazioni. Nel 1986, anno in cui Roberto Baggio esordì in Serie A, un’altra palla, ma con un cuore di gelato alla crema ricoperto da gelato al cioccolato, prendeva forma. Nasceva in quel periodo il Tartufo di Antica Gelateria del Corso: anticamente denominato ‘mela stregata’, il prototipo del gelato-icona a forma sferica, proprio come una piccola palla, veniva realizzato manualmente attraverso uno stampo, facendolo poi rotolare nella polvere di cacao. Le mani esperte dei gelatieri della Fabbrica crearono nello stesso periodo il Gran Moro, tra i primi gelati a stecco a taglio dalla doppia innovazione: dolce dentro e amaro fuori. Una croccante e irresistibile copertura al cacao che racchiude un morbido e cremoso ripieno di gelato alla panna.
Una nuova formula di gelato, frutto della ricerca e della sperimentazione che ha rivoluzionato il modo di concepire il gelato industriale nell’ultimo trentennio. Innovazione e ricerca che negli anni Ottanta fanno inevitabilmente rima con design e stile italiano che si stava affermando, insieme alla moda, come portabandiera del made in Italy nel mondo: l’eccellenza alimentare di Parma sposò l’avanguardia progettuale di Torino, ben rappresentata dallo stile di Giorgetto Giugiaro, designer famoso a livello planetario e vincitore del Compasso d’Oro, che nel 1985 creò per Antica Gelateria del Corso una vetrina di design, considerata una dei primi frigoriferi in verticale, che cambiò il modo di intendere il consumo di gelato all’interno dei bar di tutta Italia. I gelati venivano esposti così in vetrina e non all’interno del tradizionale frigo da bancone. A fare bella mostra di sé furono, tra i tanti, anche i gelati al cucchiaio serviti, per la prima volta, come dessert all’interno di eleganti coppe di ceramiche e di vetro.
Oltre allo stecco, nella prima metà degli anni Ottanta la Fabbrica del Gelato diventò fucina di scoperte e creazioni che hanno cambiato il modo di consumare il gelato in famiglia, in relazione anche alle nuove condizioni socio-economiche. Anche le case, ma soprattutto le cucine delle famiglie, diventarono sempre più accessoriate di tutti i comfort: si cominciò ad ampliare la scelta dei modelli di freezer e nel 1981 fecero il loro ingresso nei frigo degli italiani le prime torte gelato di Antica Gelateria del Corso. Concepite come ricette della tradizione dolciaria italiana, sono diventati poi elementi imprescindibili per creare gelati-dessert industriali.
Gli anni Novanta rappresentano l’epoca dei grandi cambiamenti sotto il profilo tecnologico ed informatico: il 12 marzo del 1989, nell’edificio 31 del CERN di Ginevra, il ricercatore Tim Bernerd-Lee presentò la sua proposta di un “information management” che 24 mesi dopo sarebbe diventato il World Wide Web. Nel 1997 nascono i primi esempi di blog e nel 1998 il motore di ricerca più famoso al mondo, Google. Il team di ricerca e sviluppo della Fabbrica in quegli anni raggiunse un importante obiettivo: lo studio e la realizzazione di pack per gli stecchi, resi trasparenti e quindi di maggiore presa sul pubblico, e di confezioni in polistirolo per le vaschette di gelato, sottolineando il legame con il gelato artigianale. Un ricercato studio nell’utilizzo di forme in linea con i canoni stilistici dell’epoca ha invece indirizzato l’adozione di contenitori di vetro per le classiche coppe gelato di Antica Gelateria del Corso: dal Tiramisù e la Dolce Meringa racchiuse nelle tradizionali coppe di vetro, passando per il più moderno tumbler.
Con il trascorrere dei decenni la ricerca è diventata sempre più raffinata, tanto da portare ad una esclusiva innovazione tecnologica che ha permesso di dare alla luce una nuova generazione di coni, il Cono Vortici Antica Gelateria del Corso: un sapiente dosaggio dei pregiati cioccolati Perugina, ad una temperatura di +50°, e di cremoso gelato a – 15°, reso possibile da un macchinario di ultima generazione capace di fondere contemporaneamente i due ingredienti attraverso un movimento vorticoso.
Oggi come 50 anni fa, la Fabbrica del Gelato di Parma continua ad essere un luogo magico, in cui la tradizione si combina alla sperimentazione, per continuare a regalare agli italiani  coccole di gelato.

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