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Compiti a casa e homeschooling

Da Rossellagrenci

COMPITI A CASA E HOMESCHOOLING

Eccoci di nuovo a “casa” di Sybille! Stavolta risponde ad alcune domande che un’altra blogger, Melanele, le ha fatto riguardo all’homeschooling e ai compiti a casa.

Ne riporto una parte:

Come vi regolate nell’homeschooling con i “compiti”?
Per quanto ci riguarda, non ci sono “compiti” tipo quelli della scuola, da fare entro il giorno dopo o entro un certo periodo. Questo forse potrebbe rafforzare un certo “senso di responsabilitá” nel bambino, nel senso che “impara ad organizzarsi il tempo e le energie” ecc., ma noi non l’abbiamo mai fatto perché sinceramente nessuno di noi ne sente la necessitá. Nel senso che ho visto e vedo che i ragazzi comunque imparano ad organizzarsi in altre occasioni: la lezione alla scuola di musica, l’appuntamento con gli amici, orari della biblioteca, progetti personali ecc. E poi mi sembrerebbe strano e anche antipatico obbligare il bambino ad ulteriori esercizi oltre le circa due ore di lezione che facciamo ogni giorno (quasi ogni giorno – ci sono anche autentiche giornate stile Unschooling).

O meglio: che differenze ci sono tra gli esercizi fatti nell’homeschooling e quelli che la scuola assegna per casa?
Nel rispondere a questa domanda parlo di differenza di compiti per casa della scuola e gli esercizi che ad esempio Sandro svolge durante le nostre lezioni, insieme a me o da solo.
Ad esempio in matematica gli spiego qualcosa di nuovo, faccio qualche esempio, poi lui prova da solo per vedere se quello che ho spiegato io é davvero applicabile. Una grande differenza con i compiti per casa é che si possono assegnare gli esercizi da svolgere in modo individuale per questo ragazzo, sia per quanto riguarda la quantitá, il livello di difficoltá e anche lo stile, ad esempio Sandro si diverte molto di piú se un compito da svolgere in matematica é racchiuso in una storia di anatre che parlano, invece della solita casalinga anonima che va a fare la spesa. Se il compito é quello di scrivere un tema in stile articolo-da-giornale, va benissimo se lui sceglie di scrivere su due navi di Star Wars che si scontrano invece del classico articolo su un incidente stradale – l’importante é che sappia usare i criteri richiesti da questo stile di narrazione.
La differenza piú grande ovviamente é quella che, come per i contenuti che si studiano, anche riguardo gli esercizi o lo svolgimento di questi, il bambino ha molta voce in capitolo ed é pienamente coinvolto nel processo decisionale: che tipo di esercizio? quando? per quanto tempo, fino a quale pagina e in quale modo? Un esempio: per quanto riguarda il nostro tema attuale in geografia, l’Europa, é Sandro a decidere da volta in volta (e anche quando) quale paese studiare. È molto divertente perché lui é un tipo che si appassiona facilmente, cosí cambia abbastanza in fretta il suo “paese preferito” e ha la possibilitá di lavorare spesso su quello che lo interessa maggiormente in quel momento. Idem con l’artista del mese, il compositore del mese, l’animale del mese… Proprio la facoltá di poter scegliere liberamente scatena nel bambino molta energia e propositivitá verso la materia e i contenuti. È vero che forse alla fine del progetto rimarranno in sospeso due, tre paesi europei che proprio non gli piacciono, pazienza, per me non é un problema vero. E poi il tempo a disposizione: lui puó decidere di “stare” in Irlanda un giorno solo o tutta la settimana. Puó approfondire fin dove vuole lui, andare oltre i fiumi e le montagne e le cittá piú importanti, nella storia, nella politica e nell’attualitá di quel paese ecc. Anche la possibilitá di scegliere il sistema di apprendimento é una gran bella cosa: un lapbook? un cartellone? un gioco? una filastrocca? delle info-cartoline? o forse ci guardiamo semplicemente un film? E poi c’é il fatto dei voti – io non dó voti e Sandro li conosce solo attraverso gli esami di idoneitá ogni tot anni (finora ha fatto solo quello di quinta elementare), lui non si impegna negli esercizi per avere un certo voto, per sentirsi dire Bravo o Potevi fare meglio, ma per imparare quella cosa, per vedere se ci riesce, come una sfida personale.

Il resto lo trovate qui.

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