Magazine Opinioni
Che "Ci volevano con la terza media", scritto da Giovanni Barozzino (l'operaio di Melfi che ha sconfitto Marchionne costringendo la Fiat a riassumerlo dopo un licenziamento ritenuto illegittimo dalla Giustizia italiana, salvo il fatto che dalla riassunzione non gli viene permesso di essere operaio in mezzo agli altri operai) ed edito da Editori Riuniti, a lorsignori mette paura, eccome se mette paura.Giovanni Barozzino ha deciso di raccontare la vita in fabbrica, la sua fabbrica: Melfi, Basilicata, sud Italia, la fabbrica più produttiva d' Europa.La storia di Barozzino inizia nel 1995 cone visite mediche "a dir poco imbarazzanti", con "infiniti colloqui con dottori, psicologi, ingegneri, ortopedici, oculisti", per fare l' operaio di linea.Scrive Barozzino: "La Sata cercava carne fresca, giovani e inesperti da inserire nel suo laboratorio. Ci volevano così. Giovani e ignoranti. Ci volevano con la terza media". Prima il contratto di formazione e lavoro, poi l' assunzione a tempo indeterminato, tutti sotto i 32 anni d'età. "Durante il contratto di formazione - ho vergogna anche soloa ricordarlo - ho messo la mia dignità sotto i piedi pur di conservare il posto di lavoro. Ho lavorato finanche con la febbre. Quelle condizioni erano disumane. E infatti in tanti non ce l' hanno fatta».E ancora: «Durante la "doppia battuta" notturna (dodici notte consecutive, ndr ), mangiavo a malapena una volta al giorno. Avevo sonno quando dovevo lavorare e facevo il sonnambulo quando dovevo dormire. Mal di testa e dolori dappertutto». Una vita di merda fatta di umiliazioni, vessazioni e disumanità varie descritte accuratamente nel libro: una vita nella fabbrica del '2000.Fino ad arrivarci sotto alla merda, con il licenziamento di un anno fa, accusato insieme ad altri due suoi compagni di lavoro (sindacalizzati, che caso!)di "sabotaggio".Questo è il modello che vogliono imporci, quello che è scritto in questo libro è quello che non vogliono che noi leggiamo: dimostriamo loro leggendo e facendo passaparola che siamo tutti Barozzino, alla facciazza loro!
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