2009: Complici del silenzio di Stefano Incerti
Spiace non plaudire pienamente l’opera di un regista che ha il coraggio, nell’attuale panorama cinematografico italiano che oscilla per lo più dalla risata facile alla love story adolescenziale, di affrontare un tema serio e amaro come quello della dittatura argentina (siamo nel 1978, l’anno dei campionati mondiali di calcio a Buenos Aires… ma anche l’anno che ha visto l’assassinio di Aldo Moro).
Diamo atto all’impegno di Stefano Incerti (che MyMovies giustamente definisce “regista anticonformista, amante di quel cinema che trasmette la voglia di lottare per la propria libertà” e a a cui dobbiamo l’ottimo Uomo di vetro) e all’ottima idea di utilizzare attori argentini facendoli parlare nella loro lingua (bravissimo, tra gli altri, Juan Leyrado). Va detto però che Complici del silenzio (ispirato da un soggetto del giornalista Rocco Oppedisano) è un film non del tutto riuscito. Colpevole soprattutto la sceneggiatura che non approfondisce dovutamente i personaggi. La personalità del protagonista (un bravo Alessio Boni) non è delineata come avrebbe dovuto, così che i suoi comportamenti non appaiono motivati: il risultato è che la storia è poco credibile (grave pecca in un film di tal genere). Si aggiunga che il personaggio interpretato da Giuseppe Battiston è fastidioso nel suo stereotipo di «italiano all’estero», è del tutto superfluo (e finisce col perdersi per strada…). Lascia a desiderare Florencia Raggi, un volto interessante ma priva dello spessore che il suo ruolo dovrebbe comportare. Inutile e banale il finale «a sorpresa».
Complici del silenzio soffre poi per il ritmo particolarmente lento, con scene allungate a dismisura: non costante il coinvolgimento dello spettatore, che non sempre si emoziona e partecipa.
La critica ha parlato molto bene del film ma temo più per il tema che affronta che per le sue qualità cinematografiche. Giusto mi sembra il giudizio di Paolo D’Agostini su Repubblica: “Il film di Incerti poteva essere migliore e tuttavia va segnalato il grandissimo interesse della materia che esplora”.
p.s.
Silvana Silvestri ci ricorda che “dei tremila giornalisti presenti ai campionati, nessuno scrisse una parola sul paese travolto, tranne due olandesi”.