Un nuovo studio ha dimostrato che è possibile comprendere l’aggressività del cancro alla prostata grazie agli SNP. I ricercatori del Moffitt Cancer Center ed i colleghi della Louisiana State University hanno sviluppato un metodo per l’identificazione dei tumori alla prostata aggressivi che richiedono una terapia immediata. Questo nuovo metodo prevede lo studio dell’interazione genetica esistente tra i polimorfismi a singolo nucleotide (SNP). L’obiettivo di questa ricerca è di prevedere meglio l’aggressività di questo tipo di tumore al fine di evitare di sottoporre i pazienti ad inutili trattamenti radicali. In effetti, nella maggior parte dei pazienti affetti da cancro alla prostata, la malattia progredisce in modo relativamente lento e solo in alcuni casi risulta aggressiva e dà vita a metastasi. La difficoltà, però, sta nel comprendere la sua natura. Visto che le opzioni di trattamento dei tumori aggressivi, come la chirurgia radicale e la radioterapia, producono effetti collaterali spiacevoli (incontinenza e disfunzione erettile), è importante sviluppare dei biomarcatori in grado di identificare e prevedere la progressione della malattia. Dei ricercatori hanno da poco scoperto che l’esame delle interazioni genetiche esistenti tra gli SNP permette questa identificazione e mostra come il recettore del fattore di crescita epiteliale possa essere il fulcro di questo processo in quanto coinvolto nella crescita dei vasi sanguigni (angiogenesi) che stimolano la crescita tumorale. Ora si spera che con i risultati ottenuti da questa ricerca i medici possano riuscire a stabilire con maggiore precisione i trattamenti più adatti alle condizioni dei singoli pazienti.
Magazine Medicina
Comprensione dell’aggressività del cancro alla prostata tramite gli SNP
Creato il 21 novembre 2013 da Laprostata @espriweb
Un nuovo studio ha dimostrato che è possibile comprendere l’aggressività del cancro alla prostata grazie agli SNP. I ricercatori del Moffitt Cancer Center ed i colleghi della Louisiana State University hanno sviluppato un metodo per l’identificazione dei tumori alla prostata aggressivi che richiedono una terapia immediata. Questo nuovo metodo prevede lo studio dell’interazione genetica esistente tra i polimorfismi a singolo nucleotide (SNP). L’obiettivo di questa ricerca è di prevedere meglio l’aggressività di questo tipo di tumore al fine di evitare di sottoporre i pazienti ad inutili trattamenti radicali. In effetti, nella maggior parte dei pazienti affetti da cancro alla prostata, la malattia progredisce in modo relativamente lento e solo in alcuni casi risulta aggressiva e dà vita a metastasi. La difficoltà, però, sta nel comprendere la sua natura. Visto che le opzioni di trattamento dei tumori aggressivi, come la chirurgia radicale e la radioterapia, producono effetti collaterali spiacevoli (incontinenza e disfunzione erettile), è importante sviluppare dei biomarcatori in grado di identificare e prevedere la progressione della malattia. Dei ricercatori hanno da poco scoperto che l’esame delle interazioni genetiche esistenti tra gli SNP permette questa identificazione e mostra come il recettore del fattore di crescita epiteliale possa essere il fulcro di questo processo in quanto coinvolto nella crescita dei vasi sanguigni (angiogenesi) che stimolano la crescita tumorale. Ora si spera che con i risultati ottenuti da questa ricerca i medici possano riuscire a stabilire con maggiore precisione i trattamenti più adatti alle condizioni dei singoli pazienti.
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